1999–2019: buon compleanno, euro

Venti anni fa, il primo gennaio 1999, 11 Paesi dell’Unione europea hanno adottato l’euro come moneta comune, fissando i tassi di cambio, adottando una politica monetaria condivisa sotto la Banca centrale europea e lanciando la comune moneta sui mercati finanziari. Tre anni dopo, nel 2002, le banconote e le monete in euro sono entrate in circolazione. E oggi l’euro è la valuta di 19 paesi dell’Unione europea e di oltre 340 milioni di cittadini europei. Il compleanno dell’euro è stato ricordato all’inizio dell’anno dalle istituzioni europee, che sottolineano come l’introduzione della moneta comune sia stata “una pietra miliare lungo un percorso spinto dall’ambizione di garantire stabilità e prosperità in Europa”.

Oggi ci sono circa 60 Paesi al mondo che agganciano in qualche modo le proprie valute all’euro. L’euro è la seconda moneta più usata al mondo. La storia racconta che viene introdotta il primo gennaio 1999 come moneta ufficiale di 11 Stati membri della UE, mentre dopo tre anni arrivano le banconote e le monete in euro in 12 Paesi. I membri fondatori sono Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Portogallo. La Grecia si è unita nel 2001. Da allora, altri sette Stati membri hanno adottato l’euro (Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Slovacchia e Slovenia).

La moneta continua ad avere il sostegno dell’opinione pubblica europea, specialmente nei Paesi che già usano l’euro. Secondo un recente Eurobarometro, la maggioranza del 74 % dei rispondenti nella zona euro ha affermato che riteneva che l’euro fosse stato positivo per l’UE; è la stessa percentuale raggiunta l’anno scorso, il che conferma che il sostegno popolare per l’euro è al massimo da quando sono iniziate le indagini nel 2002. Una maggioranza del 64 % dei rispondenti nella zona euro ha anche affermato che riteneva che l’euro fosse positivo per il loro Paese. Per il 36% degli Europei l’euro è uno dei principali simboli dell’Unione europea: si colloca quindi al secondo posto dopo la “libertà”.

L’anniversario è stato ricordato dalle istituzioni europee, che hanno sottolineato l’importanza della moneta unica. Ha detto il Presidente della Commissione europea Jean–Claude Juncker: “Essendo uno dei pochi firmatari del trattato di Maastricht ancora attivo in politica, ricordo i negoziati sofferti e intensi sull’avvio dell’Unione economica e monetaria. Ma più di ogni altra cosa ricordo la profonda convinzione che si stava aprendo un nuovo capitolo della nostra storia comune. Un capitolo che avrebbe plasmato il ruolo dell’Europa nel mondo e il futuro di tutti i suoi cittadini. Venti anni dopo, sono convinto che quella firma sia stata la più importante che abbia mai apposto. L’euro è diventato un simbolo di unità, sovranità e stabilità. Ha garantito prosperità e protezione ai nostri cittadini, e dobbiamo adoperarci affinché continui a farlo. Per questo motivo stiamo lavorando per completare la nostra unione economica e monetaria e rafforzare il ruolo internazionale dell’euro”.

Per Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, “la creazione dell’euro 20 anni fa, insieme alla liberazione dell’Europa centrale e orientale e alla riunificazione della Germania, ha rappresentato un momento di svolta nella storia europea. Da allora la nostra moneta comune è diventata una potente espressione dell’Unione europea quale forza politica ed economica a livello mondiale”.

Ha commentato Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea: “L’euro era una conseguenza logica e necessaria del mercato unico. Con l’euro è più facile spostarsi, commerciare ed effettuare transazioni all’interno della zona euro e con il resto del mondo. Vent’anni dopo abbiamo una generazione che non conosce altra valuta nazionale. Nel frattempo la BCE ha svolto con successo il proprio compito più importante, ovvero mantenere la stabilità dei prezzi. Ma stiamo anche contribuendo al benessere dei cittadini della zona euro mettendo a punto banconote innovative e sicure, promuovendo i sistemi di pagamento sicuri, vigilando sulle banche per assicurare che siano resilienti e sorvegliando la stabilità finanziaria nella zona euro”.

Da: helpconsumatori.it

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