C’è campo e c’è CFL

logo_ce_campoAcquisti in filiera corta e sicurezza dei prodotti: arriva in Provincia di Bergamo il marchio “C’è campo”. E c’è anche CFL!
Col diffondersi degli acquisti a km 0 e in filiera corta si pone con forza il problema della selezione e qualifica dei fornitori e del controllo dei prodotti. Chi mi dà garanzia infatti che il buonissimo formaggio di alpeggio rispetta le norme di legge? Ha adeguate caratteristiche igieniche? Chi lo produce è in regola con le norme ambientali? È veramente fatto in Val Brembana e non in Cina? E così via. Proprio per rispondere alle esigenze di sicurezza dei consumatori e contemporaneamente promuovere i piccoli produttori eccellenti si sta sviluppando in Lombardia il progetto “C’è campo”.
Quale che sia la nostra posizione nei confronti dei prodotti dell’industria agroalimentare è innegabile che i suoi processi siano gestiti in maniera controllata in tutte le loro fasi; a prescindere dagli aspetti dietetici e nutrizionali e da altre valutazioni ivi compresa quella etica, possiamo dunque dire che i prodotti alimentari industriali sono di norma sicuri. Il complesso insieme di regole e controlli utilizzato dall’industria tuttavia non è pensabile sia adottato dai piccoli e piccolissimi produttori, né dalla maggior parte degli acquirenti, specie se si tratta di privati (vedi Gruppi di acquisto solidale) oppure di piccoli distributori (come CFL). D’altra parte non si può pensare che prodotti artigianali e/o acquistati localmente possano avere un livello di sicurezza inferiore rispetto a quelli industriali, anche perché chi li consuma ha di norma aspettative di naturalità e salubrità anche più elevate di quelle del consumatore di prodotti industriali.
La convinzione alla base di “C’è campo” è che, per garantire la sicurezza di ambiente e consumatore, non si devono per forza adottare sistemi costosi e complessi, ma si possono raggiungere risultati analoghi attraverso un meccanismo che consenta l’incontro e la condivisione di informazioni fra produttori e consumatori, in un rapporto caratterizzato da trasparenza e fiducia.
La parte bergamasca del progetto vede il coinvolgimento dell’Università di Bergamo e dell’associazione Mercato e Cittadinanza, di cui anche CFL fa parte, coordinate da AIAB Lombardia, Associazione Agricoltura Biologica, che è capofila del progetto a livello regionale.
In oltre un anno di lavoro e con l’apporto di cooperative (fra cui la nostra), produttori, gruppi di acquisto e altri soggetti sono state redatte regole di produzione condivise e sono stati selezionati i produttori da sottoporre a una prima verifica.
Al produttore si richiede ovviamente il rispetto di tutte le norme applicabili, ivi comprese quelle relative ai diritti dei lavoratori, i diritti umani, le norme ambientali e la sicurezza sul lavoro. La procedura di qualifica prevede una visita approfondita da parte di un gruppo misto, formato da un rappresentante dei produttori, un rappresentante dei consumatori e un tecnico, durante la quale si verifica la presenza delle caratteristiche richieste. In caso positivo, si arriva alla certificazione dell’azienda agricola e al conferimento del marchio “C’è campo”.
La creazione di un marchio di qualità locale può dare sbocchi e visibilità ai piccoli produttori, ma anche aumentare la fiducia del consumatore nelle produzioni locali; un’occasione importante anche per CFL, che vuole rafforzare la sua distintività anche grazie a questo tipo di prodotti, ma sempre nella sicurezza dei suoi soci.
Per maggiori informazioni o per aderire in qualità di consumatore o produttore www.cecampo.org

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