Ceta: Parlamento Ue approva accordo Ue-Canada. Protesta la società civile!

Il Parlamento europeo ha dato il via libera all’accordo economico e commerciale globale fra Unione europea e Canada, il Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement). Si tratta di un trattato fortemente osteggiato dalla società civile. L’accordo promette di creare un’ampia zona di libero scambio, di far crescere gli scambi commerciali fra Ue e Canada del 20% quando sarà pienamente attuato e di proteggere oltre 140 indicazioni geografiche per i prodotti alimentari europei commercializzati sul mercato canadese. Il Ceta ha suscitato la protesta di ampi settori della società civile, che denunciano il rischio di veder diminuiti gli standard di protezione dell’ambiente, della salute pubblica e dei diritti sociali.

Ma cosa prevede il Ceta? Il Parlamento europeo spiega che eliminerà i dazi sulla maggior parte dei beni e dei servizi e che ci sarà il mutuo riconoscimento della certificazione per una vasta gamma di prodotti. Il Canada aprirà il mercato degli appalti pubblici federali e municipali alle imprese europee mentre i fornitori europei di servizi quali il trasporto marittimo, le telecomunicazioni, l’ingegneria, i servizi ambientali e la contabilità avranno accesso al mercato canadese. Durante i negoziati l’Unione europea ha garantito la protezione di oltre 140 prodotti agroalimentari di qualità, le indicazioni geografiche appunto, che arriveranno sul mercato canadese. Sono state incluse nel trattato clausole per uno sviluppo sostenibile, per salvaguardare gli standard ambientali e sociali e garantire che il commercio e gli investimenti le incrementino. L’accordo non rimuoverà le barriere doganali per i servizi pubblici, i servizi audiovisivi e di trasporto e per alcuni prodotti agricoli, come ad esempio i prodotti lattiero-caseari, il pollame e le uova.

“L’accordo genererà nuove occasioni per le imprese dell’UE mediante la promozione degli scambi commerciali e il rafforzamento delle relazioni economiche – spiega la Commissione europea – Il Ceta semplificherà le attività commerciali con il Canada, sopprimerà i dazi doganali, migliorerà in misura considerevole l’accesso agli appalti pubblici, aprirà nuovi settori del mercato canadese dei servizi, offrirà agli investitori condizioni prevedibili e tutelerà 143 prodotti agroalimentari di alta qualità, noti come “indicazioni geografiche”. Le imprese, in particolare le piccole e medie imprese (PMI), di diversi settori usufruiranno anch’esse dei vantaggi derivanti dall’eliminazione della duplicazione delle prove”. Per la Commissione europea l’apertura dei mercati si risolverà in un vantaggio per i consumatori, che avranno più possibilità di scelta e prezzi più bassi. Sul rischio di abbassare gli standard di qualità, Bruxelles dice che “il libero scambio non implica tuttavia un abbassamento o una modifica degli standard dell’UE che tutelano la salute e la sicurezza dei cittadini, i diritti sociali, i diritti dei cittadini in quanto consumatori o l’ambiente. Questi standard rimarranno immutati e le importazioni dal Canada dovranno essere conformi a tutta la regolamentazione e a tutte le disposizioni dell’UE in materia di prodotti, senza alcuna eccezione. Ciò significa che il Ceta non modificherà il modo in cui l’Unione europea disciplina la sicurezza alimentare, per quanto riguarda ad esempio gli OGM o il divieto di commercializzare carne bovina trattata con ormoni”.

Altro tema particolarmente sensibile e discusso è quello della  “protezione degli investimenti” e della possibilità che le multinazionali portino in tribunale gli Stati per decisioni ritenute lesive dei propri interessi (privati). Il meccanismo di risoluzione delle controversie fra investitori e Stati è stato sostituito da un sistema chiamato Investment Court System (ICS) che dovrebbe garantire il controllo dei governi sulla scelta degli arbitri e aumentarne la trasparenza. La Commissione europea spiega che il nuovo meccanismo “sarà pubblico e non si fonderà su tribunali ad hoc. Siederanno nel tribunale giudici indipendenti e di carriera, nominati dall’UE e dal Canada, chiamati al rispetto dei più rigorosi principi deontologici stabiliti da uno stringente codice di condotta. Le procedure – prosegue Bruxelles – saranno trasparenti, grazie tra l’altro alle udienze pubbliche e alla pubblicazione dei documenti presentati durante lo svolgimento delle cause. Le disposizioni in materia di investimenti restringono il numero dei casi in cui un investitore può contestare uno Stato e non offrono alcuna protezione alle società di comodo o fittizie: hanno accesso alla tutela solo le imprese con un effettivo legame economico con le economie del Canada o dell’Unione europea. In nessun caso un soggetto pubblico potrà essere costretto a modificare un testo di legge o condannato al pagamento di danni punitivi”.

La preoccupazione condivisa è che sui diritti sociali e ambientali prevalgano gli interessi privati delle multinazionali. Il percorso a livello nazionale non sembra poi affatto agevole. Sostiene Greenpeace: “Il voto favorevole del Parlamento europeo al Ceta entrerà presumibilmente in contrasto con l’opinione dei singoli parlamenti nazionali e regionali europei chiamati ad esprimersi a loro volta nei prossimi mesi su questo accordo. Il Belgio, inoltre, sta valutando di chiedere alla Corte di giustizia europea di pronunciarsi sulla legittimità di un controverso sistema di tutela degli investimenti – conosciuto come Investment Court System (ICS) – che grazie al Ceta permetterebbe alle multinazionali di citare in giudizio i singoli Stati, ma non consentirebbe il contrario. Se l’ICS non dovesse passare l’esame di legittimità della Corte di giustizia europea, l’applicazione del Ceta si bloccherebbe.”.

da “Help consumatori”

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