Accordo di Parigi: bene l’ok dell’UE, ora l’Italia non aspetti altro tempo

L’Accordo di Parigi sulla lotta ai cambiamenti climatici, il primo in assoluto accordo vincolante globale sul clima, entrerà in vigore il mese prossimo, molto prima del previsto. Il Parlamento Europeo ha dato il suo consenso alla ratifica dell’accordo UE da 610 voti a favore, 38 contrari e 31 astensioni. L’UE si unirà cosi a Stati Uniti, Cina e India in una riunione di novembre a Marrakech fra le parti dell’Accordo di Parigi. “L’entrata in vigore dell’accordo di Parigi meno di un anno dopo la sua firma è un risultato enorme, mentre ci sono voluti otto anni per il protocollo di Kyoto.

Il voto di oggi significa anche che l’UE resta un leader” nella lotta al cambiamento climatico, ha detto il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz che ha firmato il documento di trasmissione del parere conforme del Parlamento per la ratifica da parte dell’UE alla presenza del segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, del Ministro dell’ambiente francese e Presidente della COP21 Ségolène Royal, del Segretario di Stato slovacco Ivan Korčok, in rappresentanza della Presidenza del Consiglio, e del Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.

In Italia, la notizia della ratifica dell’Accordo di Parigi è stata accolta con favore da parte delle associazioni ambientaliste, sebbene da più parti si rimprovera al Governo  il ritardo con cui il nostro Paese sta provvedendo a mettersi in regola. Rossella Murone, presidente di Legambiente, ha dichiarato che “L’Italia ha perso una grande occasione per dimostrare un ruolo di leadership nell’azione climatica, dato che non ha ancora ratificato l’Accordo”. Al momento il nostro Paese non ha ancora detto ne spiegato come e cosa intende fare per tradurre in azioni gli impegni assunti a Parigi.

“Per questo”, aggiunge la Murone, “in vista della prossima Cop22 di Marrakech, l’Italia deve avere il coraggio di dare un segnale forte e di cambiamento dimostrando di essere in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici”. Le proposte di azione che l’associazione ambientalista avanza al Governo prevedono un piano di decarbonizzazione, ossia una nuova Strategia Energetica Nazionale e di sostenere veramente la conversione verso un’economia low carbon. “Il Piano Nazionale Industriale 4.0 e la legge di bilancio 2017 sono, in questo senso, due grandi occasioni da non perdere per accelerare la decarbonizzazione dell’economia e puntare sul pieno sviluppo delle energie pulite, sull’innovazione tecnologica e la bioeconomia”.

Soddisfatto del voto anche Sergio Andreis, Direttore esecutivo di Kyoto Club, per il quale si tratta di  “un segno di speranza anche rispetto alla crisi dell’Unione europea”. Anche Andreis non manca però di ribadire che “Adesso occorre agire perché non c’è tempo da perdere. Invitiamo il Governo a tenere conto dell’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi già con la prossima Legge di stabilità, che dovrebbe contenere proposte ambiziose, utili anche per la crescita del sistema Paese, a sostegno delle energie rinnovabili e la sostituzione dei combustibili fossili, per l’efficienza energetica, l’economia circolare e la mobilità sostenibile. Oltre che per il recupero dei ritardi negli impegni italiani per il Green Climate Fund”.

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