Il capitale

Coloro che innovano inevitabilmente un po’ di lividi e ammaccature li devono mettere in conto, così come devono mettere in conto di affrontare il generale scetticismo di chi è  abituato alla sicurezza e al conforto dei luoghi comuni o a cullarsi sui fasti del passato.
Cerco di chiarire meglio; in passato CFL si è  fatta portatrice di cambiamento e innovazione tutte le volte che ha provato a pensare in maniera diversa e perseguendo poi, non senza difficoltà, le intuizioni che l’hanno portata fino a qui. Credo di non dire nulla di nuovo se affermo che la storia e il presente si sono formati grazie alle intuizioni di visionari spesso considerati per lo più come dei perdenti.
Il tempo di “crisi” che viviamo ha qualcosa di diverso rispetto al recente passato, questo qualcosa sta nella definizione di crisi, periodo che abitualmente ha un inizio e una fine in un tempo ragionevole. Il qualcosa di diverso sta nel concetto di tempo che da breve è  passato a lungo e ora si sta trasformando in un’era.
Se concordate con me su questo, a maggior ragione è  indispensabile proseguire nel cammino avviato, resistendo agli scettici e alle invidie del mondo esterno. Se ciò può sembrare una condanna, credo altresì che sia l’essenza di una Cooperativa.
Non solo, gli stimoli e i cambiamenti che continuamente viviamo devono spronarci a sperimentare strade nuove, liberando le energie migliori e contribuendo a creare spazi nuovi, sia fisici che mentali, senza imbrigliarli secondo schemi personali.
Dove indirizzare dunque queste energie e per costruire cosa?
Pensando a CFL una cosa è  chiara alla maggioranza dei soci, che è  un luogo in cui fare anche la spesa, ed è  su questo che faremo differenza. Come ho già avuto modo di dire a più riprese, non ci manca nulla per affrontare a viso aperto e con serenità il futuro. Per definire quello che già abbiamo, i teorici odierni hanno coniato un termine: “il capitale delle relazioni”, un modello economico basato sulla condivisione e sulla gratuità. Non una via di fuga eremitica o solitaria dall’oggi e dalle sue regole ma, al contrario, la forza e la determinazione di mettersi in rete, una rete che sovverte la classica distinzione tra produttori, distributori e consumatori accumunandoli tutti nel termine di cittadini. Cittadini con un volto, idee e valori comuni che desiderano conoscere ciò che producono e mangiano, oltre che vivere relazioni conviviali, sfuggendo il più possibile alla legge della domanda e dell’offerta. Tutto ciò ovviamente senza rinnegare le leggi dell’economia attuale che è  unica e di per sé né buona né cattiva, ma utilizzando in maniera differente gli stessi strumenti per costruire qualcosa di diverso e promuovere la comunità circostante e le persone che la abitano.
Il supermercato è  dunque morto? Al contrario, È vivo e vegeto, semmai è  riduttiva la definizione attuale rispetto ai contenuti che si vogliono veicolare. Non uno spazio in cui vendere solo prodotti, ma uno spazio che diventi anche un luogo di incontro, con la possibilità di erogare servizi complementari alla spesa (caratterizzati ovviamente da sostenibilità ed eticità), attività educative, seminari e degustazioni. Tutto ciò vi suona nuovo? Può esserlo per i nuovi, ma per i cosiddetti “vecchi” è una musica già sentita e soprattutto, a suo tempo, già suonata.
Tutto bello e semplice? Come sempre la difficoltà non sta negli strumenti ma negli orchestrali, risorse sempre più difficili da reperire, oltre che nel direttore d’orchestra attuale e futuro.
Solo il tempo ci dirà se l’idea di Cooperativa fino a qui conosciuta si manterrà tale; operare per creare le condizioni di un’evoluzione futura sarà il lavoro per l’anno e gli anni a venire, nella speranza che ci siano sempre persone desiderose di contribuire alla prosecuzione di questa esperienza.

Buon Natale a tutti.

2 pensieri su “Il capitale

    • BENIGNO CIAO,

      mi fa piacere ti sia piaciuto, ti confesso che ero titubante se pubblicarlo o meno.

      Tanti auguri e a presto

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