Il nostro impegno per un mondo buono

Questo slogan bene evidenziato su un sacchetto di biscotti mi porta a una domanda: quale è il prodotto che una Coop…erativa deve o dovrebbe vendere ai cittadini?

In principio era il prezzo il motore che guidava le scelte commerciali di un’impresa, il prezzo più basso come criterio di scelta per fare combaciare domanda e offerta. Il risparmio e la funzionalit come unico criterio di scelta tra due prodotti. Si creavano prodotti con la forza di raggiungere un mercato indistinto, per tutti.

La fase due per le imprese commerciali è stata quella di abbinare al prodotto un servizio, puntare non più a soddisfare il solo bisogno materiale, ma anche esigenze immateriali. Ecco che in questa fase le aziende si posizionano commercialmente creando prodotti e servizi diversi per consumatori diversi, tentando di soddisfare non solo bisogni funzionali ma anche emotivi.

Bene, ma oggi, quali sono i bisogni del cittadino a cui una Cooperativa come la nostra dovrebbe tendere a soddisfare attraverso i prodotti che dispone sugli scaffali per essere venduti?

Il titolo suggerisce molto, suggerisce soprattutto che certi colossi si sono accorti che, commercialmente parlando, c’è ancora qualche bisogno inespresso da cui trarre legittimamente, e discutibilmente, profitto.

Non più o non solo il prezzo, non più o non solo l’enfasi sull’emotivit ma anche qualcosa d’altro: il bene–essere del cittadino, e la comunit a cui esso appartiene. È un nuovo marketing, orientato dai valori, che considera i cittadini non come consumatori ma come essere umani la cui dignit va rispettata. Le aziende che scendono su questo terreno (utilizzando slogan accattivanti) hanno l’ambizione di connotarsi con valenze fortemente sociali, orientate quindi a soddisfare anche esigenze “spirituali”. In questo schema queste tendono a orientare il cittadino a scegliere non solo in funzione della propria convenienza, ma anche in funzione di ciò che è bene per l’intera comunità, nel caso del titolo una comunit “mondiale”.

Che fare in un contesto in profondo cambiamento dove pare evidente che la concorrenza, per ora timidamente, sia arrivata su un terreno a noi famigliare?

Verso quale modello orientarci per il futuro? Può bastare una mano di vernice colorata e fresca o serve qualcosa d’altro?

Può il vasto mondo del cibo, con tutte le sue ramificazioni e interconnessioni, essere strumento per perseguire genuinamente, in semplicit e in coerenza con il passato, l’interesse del cittadino? Credo che dopo 40 anni di allenamento, ora che la partita si fa interessante, sarebbe un peccato non volerla giocare.

Buon Natale a tutti.

PS: Chi volesse soddisfare la curiosit di scoprire di quale marca è sacchetto di biscotti, può trovarlo sui nostri scaffali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.