La Costituzione italiana e la cooperazione

Quest’anno ricorre il 70° anniversario della nostra Costituzione. Per la precisone essa è stata approvata il 22 dicembre 1947 e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 298 in edizione straordinaria lo stesso giorno, ma la sua entrata in vigore ufficiale risale a 1° gennaio del 1948.

Ho collegato la Costituzione alla cooperazione perché, Giuseppe Belotti, bergamasco di Trescore Balneario, era un deputato che ha fatto parte dell’Assemblea costituente. Giuseppe Belotti, appunto dopo aver combattuto come ufficiale dell’esercito in Albania, al ritorno dal fronte si impegnò per l’organizzazione della resistenza nel Bergamasco e successivamente — eletto in Parlamento nel collegio Bergamo–Brescia — fece parte dell’Assemblea costituente per la Democrazia Cristiana.

Giuseppe Belotti però è sempre stato un cooperatore, infatti subito nel 1945 si impegnò per la ricostituzione della Unione Provinciale Bergamasca della Cooperazione, l’attuale Confcooperative, ed il suo impegno da cooperatore lo portò anche a livello nazionale, ricostituendo a livello nazionale quello che aveva già fatto a livello locale. A ottobre del 1947, riusciva a convocare il congresso nazionale della Confederazione Cooperativa Italiana.

Ma il suo impegno di cooperatore ha avuto il suo apice quando, come componente della Costituente, naturalmente con l’appoggio politico trasversale, riesce ad inserire nella Costituzione il riconoscimento delle cooperative come ente giuridico a scopi mutualistici.

L’articolo 45 della nostra Costituzione dice testualmente: “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità”.

È chiaro che con questo riconoscimento le cooperative diventano parte integrante del tessuto economico italiano, importante in quel momento di ricostruzione economica di uno Stato uscito a pezzi dalla gestione del ventennio e dalla guerra, ma ancora più importante nel momento attuale per ricostruire l’economia “post crisi”.

Rimane sempre fondamentale l’impegno dei cooperatori perché comunque al di là dei riconoscimenti ufficiali e formali, pur se importanti e indispensabili, le cooperative — che siano di consumo o sociali — per esistere e continuare a svolgere il compito per il quale sono nate, hanno sempre bisogno di soci convinti del valore della cooperazione.

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