L’intervento di papa Francesco rivolto ai 7.000 cooperatori

imagesProponiamo ai soci alcuni stralci dell’intervento di papa Francesco rivolto ai 7.000 cooperatori presenti il 28 febbraio 2015 in Vaticano.
Il Papa ha ricordato i problemi dei cinquantenni disoccupati, delle collaboratrici domestiche pagate in nero, delle donne e dei giovani che rimangono esclusi dal mondo del lavoro, dei ricatti che impongono compensi e orari non dignitosi a chi a necessità di un impiego.
E ha indicato con decisione nella cooperazione uno strumento per rispondere a questi problemi personali e, più in generale alle storture dei sistemi economici nazionali e internazionali.
«Le cooperative sfidano tutto, sfidano anche la matematica, perché in cooperativa uno più uno fa tre! E in cooperativa un fallimento è un mezzo fallimento. Questo è il bello delle cooperative!
Però abbiate il coraggio di uscire da esse per portate la cooperazione sulle nuove frontiere del cambiamento dove il sistema socio politico attuale sembra invece fatalmente destinato a soffocare la speranza, a rubare la speranza, incrementando rischi e minacce.
Per questo dovete continuare a inventare nuove forme di cooperazione, perché anche per le cooperative vale il monito: quando l’albero mette nuovi rami, le radici sono vive e il tronco è forte».
Le cooperative nella visione del Papa devono essere il motore che solleva la parte più debole delle comunità locali e della società e mettere al centro della propria vita il socio cercando di coinvolgere tutti («Non accontentatevi mai della parola cooperazione senza avere la consapevolezza della vera sostanza e dell’anima della cooperazione»).
Ha poi approfondito il tema del rapporto economia, giustizia sociale e dignità delle persone: «È noto che un certo liberismo crede che sia necessario prima produrre la ricchezza, e non importa come, per poi promuovere qualche politica redistributiva da parte dello Stato. Prima riempire il bicchiere e poi dare agli altri. Altri pensano che sia la stessa impresa a dover elargire le briciole della ricchezza accumulata, assolvendo così alla propria cosiddetta “responsabilità”. Si corre il rischio di illudersi di fare del bene mentre, purtroppo, si continua soltanto a fare marketing, senza uscire dal circuito fatale dell’egoismo delle persone e delle azienda che hanno al centro il dio denaro. Invece noi sappiamo che realizzando una qualità nuova di economia, si crea la capacità di far crescere le persone in tutte le loro potenzialità».
In questa nuova qualità di economia, il denaro — “sterco del diavolo”, diceva san Francesco, riprendendo san Basilio, — ha un ruolo particolare. È qui che il Papa ha fatto esplicito riferimento alla falsa cooperazione. «Fare tutte queste cose ci vuole denaro! Le cooperative in genere non state fondate da grandi capitalisti, anzi, si dice spesso che esse siano strutturalmente sottocapitalizzate. Invece il Papa vi dice: dovete investire e dovete investire bene! In Italia certamente, ma non solo, è difficile ottenere denaro pubblico per colmare la scarsità delle risorse. La soluzione che vi propongo è questa: mettete insieme con determinazione i mezzi buoni per realizzare opere buone. Collaborate di più tra cooperative, organizzate le risorse per fare vivere con dignità e serenità le famiglie; pagate i giusti salari ai lavoratori, investendo soprattutto per le iniziative che siano veramente necessarie. Il denaro a servizio della vita può essere gestito nel modo giusto dalla cooperativa, se però è una cooperativa autentica, vera, dove non comanda il capitale sugli uomini ma gli uomini sul capitale. Per questo vi dico che fate bene. E vi dico anche di farlo sempre più — a contrastare e combattere le false cooperative, quelle che prostituiscono il proprio nome di cooperativa, cioè di una realtà assai buona, per ingannare la gente con scopi di lucro contraria a quelli delle vera e autentica cooperazione. Fate bene, vi dico, perché, nel campo in cui lavorate, assumere una facciata onorata e perseguire invece finalità disonorevoli e immorali, spesso rivolte allo sfruttamento del lavoro, oppure alle manipolazioni di mercato e persino a scandalosi traffici di corruzione, è una vergognosa e gravissima menzogna che non si può assolutamente accettare».
Infine un invito pressante a mettere insieme le forze a unirsi. Papa Francesco ha infatti sostenuto esplicitamente il cammino convergente intrapreso dalle cooperative “bianche” e da quelle “rosse” per formare un’unica Alleanza delle cooperative italiane: «Collaborate tra voi nel rispetto delle identità vocazionali di ognuno, tenendovi per mano! Per ora è un’alleanza in divenire, ma voi confidate di giungere ad una Associazione unica.
Il movimento cooperativo italiano ha una grande tradizione, rispettata nel mondo cooperativistico internazionale».

Oliviero Motta

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