Recensioni di novembre

Max Lobe
La trinità bantu
66th and 2nd, collana “Bazar”, 2017, pag. 176
€ 15,00 (al socio € 12,75)

L’emarginazione, il razzismo, la discriminazione e la solidarietà, ma anche la malattia sono le tematiche affrontate nel libro, con uno stile ironico e spesso spiazzante, attraverso l’utilizzo di una lingua inventiva che porta la storia a livelli surreali. Il protagonista è Mawana, un giovane africano che arriva in Svizzera in cerca di un lavoro: dovrà, come tutti gli immigrati, accontentarsi di occupazioni saltuarie — vendite porta a porta per un’azienda di cosmetici, stagista in una ONG antirazzista — mentre in famiglia le cose con il compagno svizzero Ruedi (con cui è sposato) non vanno tanto bene e la malattia colpisce la madre con un cancro. Nel libro l’Africa è chiamata Bantuland e sullo sfondo del paese svizzero grava il razzismo delle “pecore nere”, la campagna della destra razzista. Licenziato dalla ditta di cosmetici, spiantato e disoccupato in un Paese che si vanta di avere un calo continuo della disoccupazione, a Mawana per sopravvivere non resta che fare riferimento appunto all’antica trinità bantu. I temi drammatici affrontati nel libro ci riportano alla concezione della vita dell’autore, che afferma: “La realtà per me è il modo più naturale di affrontare il dolore e le difficoltà. Sono nato e cresciuto in Camerun dove, a differenza di quanto accade in Europa, si pensa che non serva a nulla lamentarsi e piangere di fronte ai problemi. È molto meglio ridere dei malanni come della povertà, prendersi gioco di ciò che ci fa soffrire e per questa via continuare a vivere, a dare un senso all’esistenza. L’unico vero modo per farsi attraversare dai guai e sopravvivere ad essi”.
Max Lobe è nato nel 1986 a Douala, Camerun, ma da tempo risiede in Svizzera. Nelle sue opere tratta spesso temi socio-culturali come l’immigrazione, l’omosessualità e i rapporti interculturali. Nel 2013, con “39 rue de Berne”, ha vinto il Prix du Roman des Romands; nel 2017 ha vinto il prestigioso Prix Ahmadou Kourouma, conferendogli uno status significativo all’interno della letteratura africana.

 

Francesca Giommi
Il tesoro degli Ashanti

Aras, collana “Le valigie di Charwin”, 2017, pag. 154
€ 13,00 (al socio € 11,05)

Il libro, scritto come un diario di viaggio, segue le vicende della protagonista, Isabel, nel suo viaggio in Ghana, dove gli Ashanti sono i leggendari fondatori di un potente e vasto regno. Partita dall’aereoporto di Bologna per il viaggio di laurea che la condurrà nel Paese africano, Isabel si fa condurre dall’inseparabile Rough guide attraverso il caldo, i rumori, la polvere, i miti e l’affabilità del Ghana contemporaneo. Lei che ha studiato storia e letteratura africana alla British Library e alla Soas di Londra, che conosce teoricamente tutti i luoghi che sta visitando — scegliendo per esempio tra i tanti l’Ecumenican Women Centre, dove le donne producono meravigliosi batik, e la festa dell’Indipendenza del primo agosto, — incontrerà l’amore nella persona di John, il compagno di studi americano conosciuto durante l’Erasmus nello Yorkshire. Con lui sperimenterà l’ospitalità sacra dovuta agli stranieri, le passeggiate in riva al fiume, i viaggi sui tro–tro, gli incontri con la gente e le amicizie intense, la navigazione sull’Alto Volta, il mormorio dell’oceano e i cieli infuocati dei paesaggi africani. Tra i due, un amore “sospeso”, in un viaggio alla scoperta di sé e dell’altro in un continente che si rivelerà pieno di sorprese.
Francesca Giommi è dottore di ricerca in Lingue e letterature dei Paesi di lingua inglese e collabora con il Dipartimento di Lingue e letterature anglo–germaniche e slave dell’Università di Padova. Tra i suoi principali ambiti di ricerca, gli studi culturali e postcoloniali e i black studies, le letterature africane anglofone e della diaspora nera. È nel comitato di redazione della rivista “Afriche e orienti”, scrive per «Pulp libri» e «Il manifesto».

 

Ulrich Arndt
Le alghe della saluteSpirulina, Clorella, Klamath. Superfoods naturali di forza, bellezza, benessere
L’età dell’Acquario, collana “Salute&benessere”, 2014, pag. 131, illustrato
€ 14,50 (al socio € 12,32)

Spirulina, Clorella, Klamath sono microalghe che hanno in comune eccezionali proprietà, che le rendono contemporaneamente “superfoods” e medicine allo stesso tempo. Le microalghe hanno una dotazione completa di vitamine, minerali, aminoacidi, enzimi, pigmenti e acidi grassi essenziali: contengono iodio, magnesio, potassio, calcio, ferro, manganese, fosforo, zolfo, rame, oro e silice. Sono anche presenti diverse vitamine — A, B, C, D, E, F, K, PP oltre ad aminoacidi. Arndt illustra e analizza i molteplici impieghi delle microalghe Spirulina, Clorella e Klamath: dalla cosmesi ai trattamenti per la cura e il benessere della persona. Ma è soprattutto in cucina che le queste alghe danno il meglio di sé: infatti il loro elevato contenuto proteico può essere esaltato in tante ricette gustose e di facile realizzazione, illustrate e spiegate nel volume. Sono ottime nella preparazione di numerose ricette, che permettono di integrarle in piccole quantità nella dieta di tutti i giorni. Il libro ci propone l’uso delle alghe per frullati verdi e zuppe colorate; da spalmare sul pane; piatti principali; sughi e condimenti per insalate; dolci; ma anche per maschere e impacchi curativi e microalghe energizzate. Arndt paragona il corpo umano a un mare interno, in cui le cellule nuotano e da cui traggono nutrimento. Questo «mare interno» è sempre più minacciato dall’inquinamento e dalle tossine portatrici di malattie più o meno gravi. Le tre alghe trattate nel libro contribuiscono, tra le altre cose, alla disintossicazione del corpo, alla difesa antivirale, a stimolare i processi di auto–guarigione, a migliorare la flora intestinale. Servono quindi a «pulire» il nostro organismo e a mantenerlo in forma, e in più hanno un effetto anti–invecchiamento. Tra le tre, segnaliamo l’eccezionale contenuto di clorofilla dell’alga Clorella, con proprietà antiossidanti, disintossicanti, depurative (fegato), di eliminazione di tossine e metalli pesanti (in particolare il mercurio); in quest’ultimo caso è possibile assumerla durante il pasto, in modo che l’alga possa legare direttamente le tossine mentre sono nell’intestino, prima che vengano assorbite dal corpo. La Clorella sarebbe in grado anche di migliorare la capacità delle cellule di rispondere all’insulina, prevenendo la comparsa del diabete e dell’insulino–resistenza.
Ulrich Arndt è uno studioso tedesco di naturopatia, fitoterapia e rimedi naturali.

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