ADDIO, COLETTE

Purtroppo, in seguito a gravi problemi di salute, mercoledì 30 settembre, ci ha lasciati la nostra amica Colette Kitoga. 

Lascia un grande vuoto tra la sua gente, nella sua amata Bukavu, in Congo, dove era conosciuta e stimata per le molteplici attività a favore delle vittime della guerra, soprattutto ex bambini soldato e vedove, e dei bisognosi in generale; ma lascia un grande spazio vuoto anche in tutti noi che l’abbiamo conosciuta. 

Dal dicembre del 2003 abbiamo cercato di aiutarla economicamente, e in questi ultimi anni l’abbiamo fatto insieme all’Associazione Amici del Brasile. 

Con Colette nel cuore, in attesa di chiarimenti e aggiornamenti sulla situazione a Bukavu, continueremo a collaborare e aiutare l’associazione che sta portando avanti, in varie zone del Brasile, scuole per più di 2000 bambini di strada. 

Giusi

HAI PRESO TRA LE TUE MANI IL CUORE DI UN’UMANITÀ FERITA 

Ciao Colette,
voglio salutarti nel giorno del tuo funerale. 

Sei davanti a me, piccola, forte, dolce, ferma. 

Hai visto tutto il male del mondo, Colette, la tua anima ferita dalla brutalità, dalla cattiveria, dall’orrendo di cui l’uomo può essere miseramente capace. 

Dentro il tuo cuore tutta la paura, l’angoscia, il dolore, la disperazione dei piccoli, dei fragili, degli indifesi. 

Cosa fare di tanto male? 

All’abisso o si sfugge o si soccombe. 

Non sei fuggita: potevi farlo! 

Non ne sei stata schiacciata. 

Hai deciso di caricare sulle tue spalle l’inferno, prendere tra le tue piccolissime mani il cuore sanguinante di un’umanità ferita. 

I bambini soldato, strappati con l’inganno del denaro alla famiglia, costretti a uccidere ed infine rifiutati come vergogna dalle loro stesse famiglie; 

le ragazze stuprate, a centinaia, da bestie umane; 

i piccoli nati da questi incontri perversi; 

le persone in fuga dalla morte e dai massacri; 

le menti devastate dai lutti per violenza… 

Tu, Colette, hai cercato di trasformare il male in bene, a modo tuo, attraversando il mondo con le tue scarpe n. 34. 

Sei stata cibo, coperta, rifugio, istruzione; ti sei inventata tutto quello che potevi inventarti, scontrandoti con l’ipocrisia, la miseria, l’ignoranza, l’avidità, l’indifferenza, senza esserne vittima. 

Hai lottato sempre, come un guerriero, con l’unica arma che avevi: te stessa. 

Ora sei nella luce. Quella stessa luce che invocasti come dei «perché», gridati nel silenzio, nella preghiera. 

Ora sei nella pace. Quella pace che nella guerra che incontrasti desideravi più della vita stessa, per te, per il tuo popolo ferito. 

Un giorno mi dicesti che prima di partire i tuoi ragazzi ti dissero: «Dillo all’Europa cosa ci fanno, come stiamo!». 

Ora, Colette, dillo ancora forte, a Chi non conosce l’indifferenza! 

Vai in pace. Mater Misericordiae, prega per noi! 

Ornella

Un pensiero su “ADDIO, COLETTE

  1. Colette, ci siamo conosciuti a Bukavu dove ero volontario con una ONG e poi ci siamo incontrati per caso a Roma. Hai chiesto il mio aiuto economico, ma non ho potuto aiutarti perchè potevo aiutare solo organizzazioni statali per ordini superiori e tu eri privata. Come sta tua figlia Napendu che ho conosciuto a Bukavu nel 1997? Qualcuno può rispondermi?

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