Ha aperto i battenti FICO (Fabbrica Italiana COntadina)

Il 15 novembre a Bologna ha aperto i battenti sull’area immensa del CAAB, FICO, il mercato ortofrutticolo, la maxicittadella dell’alimentare made in Italy. Alcuni numeri: 140 milioni di Euro investiti 750 lavoratori, 3.000 posti di lavoro creati nell’indotto 100.000 mq di fiera, mostra, mercato, ristorante, museo, scuola di teatro, cinema 2.000 varietà di piante presenti, 200 animali 5.000 attività didattiche per le scuole 500 stage formativi all’anno 50 corsi al giorno, 40 laboratori 44 punti di ristoro Il più grande parco agroalimentare del mondo è nato dall’idea di Oscar Farinetti, mister Eataly, con il professor Andrea Segrè, agronomista teorico della sostenibilità e della lotta allo spreco. Segrè sarà il garante della vocazione scientifica di FICO, con l’ambizione di farne un punto di riferimento mondiale per la ricerca e la formazione verso il mondo del lavoro.

È un posto dove non si va solo per consumare e comprare cibo di qualità ma anche a vedere dal vivo come si fa una mortadella o una mozzarella, come si essicano gli spaghetti, come si spreme un olio extravergine, come i cani scovano i tartufi, come si amalgama un gelato e così via.

L’ingresso a FICO è gratuito: si pagano i 50 corsi giornalieri per imparare, mani in pasta, a fare la sfoglia, la pizza, il sorbetto, i confetti o anche le foto ai piatti. E si paga per entrare nelle sei aree didattiche multimediali e interattive dedicate al fuoco, alla terra, al mare, agli animali, alla bottiglia o al futuro della coltivazione (dove puoi piantare il tuo semino di insalata e seguirne la crescita via web). Sono a pagamento anche i campi sportivi coperti. Ma si possono visitare senza spendere un € le sei filiere produttive, i 40 laboratori artigianali, con il frantoio o il mulino a pietra, il museo delle macchine agricole, gli allevamenti di 200 animali di varie razze, o le coltivazione di 2.000 differenti specie di piante e vedere film scelti a tema dalla Cineteca di Bologna.

La parete di vere mele che accoglie il visitatore all’ingresso ogni due settimane verrà sostituita e mangiata.

A cura di Alfredo Morini

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