L’etichetta narrante… per un consumo sempre più consapevole

etichetta-narrante-AgriValtortaSottolineiamo da sempre l’importanza di una comunicazione trasparente sulle etichette dei prodotti alimentari affinché i consumatori, informati correttamente sulla qualit e salubrit degli alimenti che consumano e sulla tracciabilit dei prodotti, possano fare scelte consapevoli.

Sappiamo anche che la comunicazione che accompagna i prodotti spesso è mistificante: fa riferimento a mondi contadini colmi di poesia, presunte tecniche tradizionali, vaghi richiami a sapori antichi. Elementi evocativi in realt lontanissimi dalle effettive qualit dei prodotti pubblicizzati. Lo testimoniano gli elenchi di additivi e ingredienti di natura ignota ai più riportati sulle etichette dei prodotti che riponiamo nei nostri carrelli della spesa, lontani anni luce dalle immagini e dagli slogan della pubblicità.

Spesso sono addirittura i prodotti più sani e autentici a essere penalizzati: le loro etichette sono legali ma scarne, e non rendono giustizia ai formaggi, ai dolci, ai salumi straordinari e realmente artigianali sui quali sono applicate.

Nonostante gli appelli a leggere le etichette prima di acquistare, purtroppo scarseggiano elementi di autentico approfondimento, che possano consentire scelte consapevoli.

Per giudicare la qualit di un prodotto, infatti, non bastano analisi chimiche o fisiche e non è sufficiente neppure la degustazione. Qualunque approccio tecnico non tiene conto di ciò che sta alle spalle di un prodotto — l’origine, la storia, la tecnica di trasformazione — e non consente al consumatore di capire se un cibo è prodotto nel rispetto dell’ambiente e della giustizia sociale.

La qualit di un prodotto alimentare è il risultato di un percorso che parte dall’origine del prodotto (il territorio) e comprende la tecnica di coltivazione, di trasformazione, i metodi di conservazione e, naturalmente, le caratteristiche organolettiche e nutrizionali. Soltanto la narrazione di questo percorso può restituire al prodotto il suo valore reale.

È questo concetto di qualità, maturato da Slow Food nell’arco di vent’anni di esperienza e dal lavoro a contatto con migliaia di piccoli produttori, ad aver originato l’idea di una nuova etichetta, che può rappresentare una piccola grande rivoluzione nel mondo della comunicazione sui prodotti alimentari: l’etichetta narrante.

Accanto alle indicazioni previste dalla legge, l’etichetta narrante (una contro–etichetta) fornisce informazioni precise sui produttori, sulle loro aziende, sulle variet vegetali o le razze animali impiegate, sulle tecniche di coltivazione, allevamento e lavorazione, sul benessere animale, sui territori di provenienza… È un’ etichetta, cioè, che si propone di descrivere in modo esaustivo tutta la filiera produttiva. Un’etichetta che non sostituisce l’etichetta legale, ma la integra e completa per consentire scelte più consapevoli.

L’etichetta narrante è composta da una parte comune a tutte le tipologie di prodotto, contenente alcuni punti dedicati a raccontare il “territorio” che attribuisce caratteristiche specifiche ai prodotti. Vengono pertanto indicate la localit di produzione e le sue caratteristiche pedo–climatiche, che rendono unico quel prodotto conferendogli caratteristiche identitarie e organolettiche particolari. L’etichetta si conclude con i “consigli d’uso” che approfondiscono le modalit di conservazione ed eventuali impieghi e abbinamenti del prodotto.

Inoltre, a seconda delle categorie merceologiche dei prodotti, l’etichetta narrante riporta informazioni diverse. Alcuni esempi:

  • Le etichette dei vegetali descrivono le caratteristiche della varietà, le tecniche di coltivazione, la tipologia di trattamenti somministrata, le modalit di diserbo e di irrigazione. Se i prodotti sono trasformati precisano le materie prime impiegate e la loro filiera produttiva.
  • Le etichette dei vini mettono a fuoco aspetti che nessun’altra etichettatura rileva, come i coadiuvanti tecnologici impiegati, i dettagli sulla coltivazione del vigneto e sulla lavorazione in cantina.
  • Le etichette dei formaggi raccontano le razze, le tipologie di allevamento e di alimentazione praticate (se i foraggi e i mangimi sono prodotti dall’azienda stessa o acquistati certificati OGM Free), la superficie di pascolo, l’effettivo benessere animale garantito nell’allevamento, la tecnica di lavorazione, la tecnica di stagionatura.

La Fondazione Slow Food per la biodiversit ha lanciato il progetto dell’etichetta narrante nel 2011, nel 2012 lo ha sperimentato su un campione di circa 70 prodotti dei presìdi provenienti da vari Paesi del mondo e nel 2013 ha gi provveduto a dare ampia diffusione dell’esperienza presso i produttori europei.

Importante inoltre sapere che anche un primo importante collaboratore su questa tematica, “Alce Nero” (un marchio che identifica oltre 1000 agricoltori e apicoltori in tutta Italia, impegnati a produrre cibi buoni e sani, e da tempo presente anche sugli scaffali di CFL), sta percorrendo questo cammino verso la completa trasparenza dell’etichetta.

È di questi giorni la presentazione ufficiale al pubblico delle prime etichette narranti di cui “Alce Nero” ha dotato i suoi prodotti — riso, passata di pomodoro, miele… — avvenuta il 12 novembre 2013 a Cascina Cuccagna, a Milano.

Ciò significa che questo progetto rivoluzionario incomincia così a prendere piede, ad entrare in modo importante sugli scaffali di centinaia di negozi italiani… È un ulteriore e importante passo per facilitare un consumo sempre più consapevole.

Per realizzare questo progetto Slow Food si è avvalso della consulenza del Laboratorio chimico della Camera di commercio di Torino che collabora da anni con la Fondazione Slow Food, svolgendo analisi e consulenze sui presìdi in Italia e nel mondo.

A lato un esempio di etichetta narrante dell'”Agrì di Valtorta”, un presidio Slow Food della nostra provincia (clicca per ingrandire).

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