Il commercio equo per rispondere alla violenza
“Comprare fair trade in questo momento è un atto politico”, così dice Alessandro Franceschini, presidente di Equo Garantito, l’associazione più rappresentativa del commercio equo e solidale italiano, dopo i fatti di Beirut, Parigi e Bamako.
Il contesto globale sta cambiando velocemente, ma appare sempre più chiaro a tutti che quanto oggi sta accadendo è il frutto del rafforzamento di modelli economici che favoriscono gli interessi di pochi e la spoliazione di intere popolazioni creando paura, chiusura culturale e violenza.
In questo mutato scenario internazionale, in cui tutti i riferimenti che avevamo solo pochi anni fa sembrano anacronistici e in cui non sappiamo più trovare chiavi di lettura valide a decodificare quanto accade, ecco che siamo interpellati tutti come cittadini e consumatori a operare delle scelte precise, a vincere il nostro senso di inadeguatezza: non vogliamo essere parte di un sistema economico che tollera diseguaglianze strutturali, opacità nei mercati commerciali e finanziari, ricchezze fondate sul mercato degli armamenti o su traffici criminali, concentrazioni economiche scandalose che fatalmente diventano poi strumenti di condizionamento politico.
L’economia solidale in generale e il Commercio Equo in particolare possono essere parte di questa risposta. Possono essere testimoni delle nostre scelte e delle nostre posizioni. Mai come in questo momento il nostro comportamento di cittadini e di consumatori può dare dei segnali precisi a chi ci sta intorno.
Compriamo Equo e Solidale.