Mescolando letteratura e realtà, l’autrice affronta l’emergenza dei migranti al confine tra Stati Uniti e Messico, nella forma dei bambini che attraversano da soli la frontiera — sui treni merci o a piedi, — con un numero di telefono cucito sui vestiti. I protagonisti del romanzo sono una coppia con due figli che compie un viaggio in macchina di studio e di ricerca in senso opposto, dirigendosi da New York a sud verso l’Arizona, fino al confine messicano, per verificare con i propri occhi quella che viene definita dai notiziari “emergenza migratoria”. Nell’archivio ci sono le sette scatole che compongono il bagaglio della famiglia; in queste sette scatole si sovrappongono i pensieri e le aspettative dei protagonisti: dalle voci dei viaggiatori e i suoni dei paesaggi attraversati che vengono registrate dal padre, alle riflessioni della madre; dai ragionamenti ingenui ma intelligenti dei due bambini figli della coppia, alle notizie che arrivano dalla radio, fino a costituire un archivio che si riempie anche dei frammenti di vite “estranee” con le quali la famiglia viene in contatto, nell’alternarsi di paesaggi desertici, polverose città di frontiera e soste in motel.

L’autrice, nata a Città del Messico nel 1983, dal 2008 vive a Brooklyn; ha ricevuto nel 2008 il premio letterario American Book Award per il libro “Dimmi come va a finire. Un libro in quaranta domande”.

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La tesi dell’autore è che il freddo possa essere utilizzato come uno strumento di salute, vitalità ed energia, considerandone il potere rigenerante e curativo; al contrario, passare le giornate sempre al chiuso e in ambienti protetti (casa, ufficio, automobile…) non ci permetterebbe di attivare le capacità che abbiamo perso: resistenza, attenzione, resilienza.  Il libro analizza gli studi sui benefici del freddo, che permetterebbe di attivare una miglior circolazione sanguigna, di ottenere un maggior consumo di calorie, la trasformazione dei grassi in carburante per il metabolismo, l’attivazione del sistema immunitario, effetti antinfiammatori, maggiore lucidità mentale e miglioramento del tono dell’umore. L’autore propone quindi il metodo “HOT mind”, con alcuni esercizi che passando dal Barefoot Morning (il risveglio a piedi nudi) al vestire leggero anche d’inverno, si avvalgono di tecniche di respirazione yoga e di tecniche bioenergetiche per imparare ad aumentare la soglia di tolleranza al freddo. Bastano alcune semplici pratiche quotidiane per ottenere cinque benefici fondamentali: fare del freddo il nostro alleato per una vita vissuta consapevolmente; cominciare la giornata con energia e vitalità e mantenerle per tutto il giorno; imparare a praticare attività all’aperto almeno mezz’ora ogni giorno tutto l’anno; rafforzare il nostro corpo e la nostra mente per dire addio alla stanchezza, ai malumori, al sovrappeso e alle malattie; attivare il nostro calore interiore.

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Adelmo Cervi è figlio di Aldo, il terzo dei sette fratelli Cervi, partigiani combattenti, fucilati dai fascisti a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943; oggi settantasettenne, aveva allora quattro mesi. Nel libro racconta la storia di Aldo e di tutta la famiglia; agli estremi della vicenda, due fotografie: la prima, degli anni trenta, mostra una grande famiglia riunita; sette fratelli, tutti con il vestito buono, insieme alle sorelle e ai genitori. La seconda, scattata dopo la fucilazione dei sette fratelli da parte dei fascisti, mostra solo vedove e bambini –miseria, debiti, ma anche le maldicenze della gente, ad accompagnarli tra le durezze degli anni che attraversano. Adelmo, che da cinque anni porta il libro nelle scuole e nei luoghi in cui viene invitato, racconta: “Il libro l’ha scritto per me Giovanni Zucca. Io dopo la quinta elementare sono andato a lavorare nei campi. Fra gli anni ’50 e ’60 nessuno della famiglia Cervi ha potuto studiare. Non mi lamento, mi ritengo fortunato rispetto a chi non aveva una famiglia di eroi ma ha pagato lo stesso…Mio padre oggi direbbe: abbiamo conquistato la democrazia e non la sappiamo usare…ma prima di prendercela con gli altri, dobbiamo dirci che abbiamo delegato troppo. Dobbiamo partecipare”.

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Per chi si vuole avvicinare al mondo delle erbe e delle tisane, e utilizzare le piante officinali per scopi salutistici, ecco un manuale pratico che spiega quali sono i prodotti erboristici e cosa si trova in commercio, illustrandoli in modo schematico; fornisce inoltre brevi note esplicative sulle procedure per una raccolta spontanea delle piante officinali e indicazioni per la corretta conservazione delle erbe. Le tisane proposte vengono organizzate in base ai vari disturbi trattati. Molto utile per i meno esperti anche il capitolo dell’“Armadietto erboristico familiare”, in cui vengono suggerite le piante che è utile avere sempre a portata di mano per le loro caratteristiche. 

Francesco Novetti da anni utilizza le piante medicinali per tisane personalizzate; collabora con le riviste “L’Erborista” e “La tua Farmacia”. Dai primi anni Settanta lavora come erboriscolasta affiancando il padre Italo, erborista e commerciante in piante officinali, nell’attività aperta nel 1952 in via Paolo Sarpi a Milano. L’erboristeria Novetti è “bottega storica di Milano” (riconoscimento conseguito nel 2007 dal Comune di Milano), e anche l’erboristeria milanese con la più lunga tradizione famigliare.