Speciale previsioni di bilancio

CFL si appresta ad affrontare un’assemblea straordinaria nel gennaio 2014, in cui, a norma di legge, il Consiglio di amministrazione presenterà ai soci la situazione economica e finanziaria della Cooperativa e un piano di intervento per il suo riequilibrio.

In previsione di queste assemblee e a fronte delle notizie apparse su alcuni organi di stampa locale relativamente alla situazione della Cooperativa, vorrei esprimere alcune osservazioni.

Mi pare che parte della stampa non abbia adeguatamente evidenziato come, se da un lato il conto economico al 31 ottobre della Cooperativa e le previsioni per la chiusura dell’esercizio 2013 presentano un risultato netto negativo, dall’altro l’attuale Consiglio di amministrazione si è mosso già nell’esercizio in corso per mettere in atto azioni di miglioramento, oltre che per trovare idee e possibili soluzioni per invertire la rotta già dal 2014.

Le azioni di miglioramento hanno già quest’anno evidenziato risultati concreti con un significativo aumento della marginalità (senza agire sui prezzi di vendita, che non sono affatto fuori mercato). Il CdA ha inoltre intrapreso azioni di recupero dell’efficienza (fra le altre, l’aggiornamento dei prezzi e dei margini dei prodotti su sistema informatico, l’analisi di scarti e marginalità, la riduzione del numero di referenze, la correzione della codifica dei prodotti, il controllo della gestione con situazione contabile mensile, ecc.), condizione alla base di qualsiasi azione di risanamento. A queste va aggiunta, purtroppo, la richiesta di cassa integrazione, strumento quanto mai sgradito, ma che permetterà a CFL di tirare il fiato e riorganizzarsi nei prossimi mesi.

Ancora, gli articoli non presentano l’analisi completa delle cause dell’attuale situazione, peraltro ben note anche ai Presidenti e Consigli precedenti.

CFL nasce come un gruppo d’acquisto, diventa un emporio e poi un supermercato con l’affiliazione al consorzio SAIT. Questa trasformazione radicale è avvenuta in parte in modo inconsapevole, senza l’acquisizione delle necessarie competenze, gli adeguamenti strutturali e organizzativi e la capitalizzazione necessari per competere nel settore della grande distribuzione, a cui a tutti gli effetti la Cooperativa oggi appartiene.

A fronte di una reputazione e di una autorevolezza mantenute negli anni, grazie soprattutto al presidio di alcuni soci fondatori che hanno vegliato sulla missione e sui valori originali, la Cooperativa ha così progressivamente perso coerenza nella sua offerta vedendo, di pari passo, diminuire il senso di appartenenza dei soci al crescere del loro numero.

A questo si aggiungano le difficoltà dovute alla crisi e, soprattutto, il mutare dello scenario competitivo che ci vede far fronte a sfide sempre più difficili.

I Consigli di amministrazione da me presieduti si sono trovati quindi ad affrontare una realtà complessa, che mostrava già chiaramente tutte le sue contraddizioni, e per di più non in grado di fornire informazioni affidabili (al di là dei dati di contabilità) su cui prendere decisioni consapevoli, nonché poco incline al cambiamento.

Queste condizioni hanno sicuramente portato a prendere decisioni — alcune delle quali, col senno di poi, si sono rivelate non azzeccate. Di queste decisioni mi assumo la responsabilità e, come detto più volte, sono pronto alle dimissioni, una volta avviato il processo di ripresa.

Ma guardiamo al futuro. Come giustamente evidenzia l’articolo, a fronte di forti divisioni che attraversano soci, consiglieri e personale, non si è ancora riusciti a superare lo stadio dell’invettiva e a pensare serenamente a quale strada intraprendere.

Una volta messi in sicurezza i conti ed evitato quello che la stampa scandalistica locale ha definito “il baratro”, rimane infatti il problema di mettere a punto una macchina in equilibrio economico nel breve e con un progetto capace a resistere nel lungo periodo.

Ritengo fortemente anacronistica l’idea che si possano semplicemente resettare gli ultimi anni e tornare alla situazione precedente; la Cooperativa oggi ha bisogno di una profonda riorganizzazione dal punto di vista dei processi, dei sistemi di controllo e soprattutto la metabolizzazione di visione e missione, che stanno scritte nello statuto, ma che non sono state ancora tradotte in scelte concrete. In quest’ottica il mantenere e potenziare i servizi e le attività per i soci potrà determinare un vantaggio competitivo difficilmente colmabile dalla grande distribuzione tradizionale.

In conclusione rivolgo un appello alla compagine sociale: nei momenti di difficoltà i soci di CFL hanno sempre trovato la coesione per mettere l’interesse della Cooperativa davanti a interessi e visioni personali. Ancora una volta CFL ha bisogno di persone che, nel vero spirito cooperativo, la sostengano con acquisti, idee e competenze personali. Vi aspetto in assemblea e in negozio.

A tutti i miei migliori auguri di un proficuo 2014.

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