Eccoci. Dopo aver salutato la fine del 2016 e l’avvio del nuovo anno, che mi auguro abbiate tutti festeggiato in pace ed in allegria, il dopo Epifania ci riporta alla vita normale, anzi più del normale, perché come all’inizio di un nuovo anno, all’inizio di una nuova attività o all’inizio di una nuova vita, c’è anche l’emozione di pensare al futuro.
Pensare al futuro vuol dire anche programmare, darsi degli obbiettivi e cercare di raggiungerli.
La CFL durante la sua ormai lunga storia ha sempre lavorato per realizzare gli scopi per cui è stata fondata e per i quali durante tutti questi anni gli organi istituzionali, assemblea, CdA, hanno lavorato, ma come tutto nel corso della storia, le situazioni cambiano e se con CFL vogliamo continuare la nostra bella esperienza, dobbiamo adeguarci ai nuovi scenari che man mano si presentano.
Tralasciando quello che potrebbe succedere al “Foro boario”, per il quale il TAR non si è ancora espresso, al momento il fatturato è in leggero ma continuo calo. Per interrompere questa fase, che ci porterebbe a non poter più sopportare il numero attuale di dipendenti e i costi generali di gestione, dobbiamo invertire questa tendenza. Come?
I soci che normalmente fanno la spesa in CFL sono più o meno sempre quelli, ma o per la diminuzione del potere di acquisto dei salari e delle pensioni, o per trasferimento o, purtroppo per passaggio a miglior vita, continuano ad acquistare sempre meno. I soci che hanno la tessera, ma fanno la spesa altrove, nonostante le offerte, ammesso che ne siano a conoscenza, nonostante gli appelli, nonostante tutto continuano a non acquistare in CFL.
Di contro abbiamo persone che vorrebbero condividere gli scopi “sociali” di CFL, educazione ad un consumo sano e sostenibile, consumo di prodotti ottenuti da coltivazioni rispettose dell’ambiente e dei lavoratori che prestano la loro opera, aggiungiamoci pure, che non è secondario, fare la spesa in un ambiente famigliare dove oltre ad acquistare si può scambiare quattro parole con persone con la voglia di farlo, in un ambiente dove il macellaio, la gastronoma, l’addetto alla cassa e tutti gli addetti al punto vendita, non ti considerano solo un “cliente” ma soprattutto una persona con la quale condividere la propria esperienza professionale, consigliandola su un prodotto piuttosto che un altro, ma sempre nell’ottica di orientarla all’acquisto di prodotti che meglio si adattano al suo stile di vita, alle sue abitudini alimentari e anche alle sue possibilità economiche, però questi “esterni” spesso sono convinti che la nostra Cooperativa sia un supermercato chiuso e riservato solo a quelli che hanno la tessera e non tutti hanno “voglia” di prendere la tessera.
Se siamo convinti della validità della nostra esperienza, dobbiamo difenderla e dare la possibilità a tutti di poterla condividere e usufruire dei vantaggi appena detti, pur senza per forza essere “socio”. Sarà cura del CdA predisporre delle offerte riservate ai “soci” che hanno creduto fin dall’inizio e fino in fondo a questa esperienza diventando soci “cooperatori” e acquistando la tessera.
Tutto questo deve essere “comunicato” a tutti, utilizzando, oltre i soliti mezzi di comunicazione, «Gente che coopera» o manifesti interni al punto vendita, anche tutti gli altri mezzi di comunicazione sia tradizionali — giornali, ecc. — che “moderni”, Facebook e quant’altro, senza confondere la comunicazione con l’incitamento al consumo.
Se crediamo ancora nella nostra Cooperativa, l’occasione per dimostrarlo è partecipare all’assemblea che si terrà con le modalità indicate nella “convocazione” che trovate allegata. L’assemblea sarà l’occasione per confrontarci e portare ognuno il proprio contributo al dibattito interno indispensabile per orientare il CdA sulle scelte future.
Vi aspetto tutti.