
La giornata della memoria della Shoah 2023, dopo due anni di celebrazioni in tono minore a causa del COVID, è stata celebrata in tutta Italia con numerosi eventi: in televisione con film significativi e lunghi dibattiti, nelle scuole, nei Comuni; ormai è entrata nel DNA della nazione, 22 anni dopo la sua istituzione come una ricorrenza civica di alto significato. Le figure ormai popolari, dall’alto profilo storico e sociale, della senatrice a vita Liliana Segre, come degli altri deportati scampati alla Shoah Sami Modiano ed Edith Brucke, hanno riempito con la loro presenza — specie in TV — vari momenti della giornata.
Il binario 21 sotto la stazione Centrale di Milano è stato il cuore delle celebrazioni, Liliana Segre con l’aiuto di Fabio Fazio ha in diretta raccontato la tragica sua vicenda personale, dalla espulsione dalla scuola nel 1938 a seguito delle leggi razziali fasciste ai mesi passati ad Auschwitz, al ritorno a casa dai nonni nel 1945.
Il Sindaco di Milano, Sala, ha portato inaspettatamente a lei l’Ambrogino d’oro alla memoria del padre Alberto morto nel Lager polacco.
Vorrei ancora ricordare le pietre d’inciampo che cominciano a costellare le strade e piazze d’Italia; anche a Treviglio una ricorda Rachel Levi in piazza Manara, ebrea rifugiata in una casa di fronte alla Basilica di San Martino e poi deportata. Quest’anno anche a Misano Gera d’Adda è stata posta davanti al palazzo comunale la pietra d’inciampo in memoria del capitano Emanuele Carioni, fucilato a Fossoli nel 1944 perché non aderì alla Repubblica di Salò e così tanti altri non solo ebrei, ma anche politici antifascisti, zingari, omosessuali, testimoni di Geova, operai che scioperarono, deportati nei Lager e non più tornati… Il 27 gennaio li ricorda tutti.
Quando scompariranno gli ultimi sopravvissuti, con la loro memoria viva della tragedia umana vissuta, ricordiamoci sempre che la libertà di cui godiamo da 78 anni è dovuta anche al sacrificio e alla testimonianza di tutti loro, ora e sempre.
Joseph Rocchi