Varata definitivamente la norma che lascia si singoli paesi la possibilità di impedire le coltivazioni .
Italia soddisfatta e verso il blocco
Sulle coltivazioni Ogm l’ultima parola spetta ai paesi membri. E’ quanto prevede la decisione adottata dal Parlamento europeo (480 a favore, 159 contrari e 58 astenuti) e che recepisce il testo dell’accordo raggiunto lo scorso dicembre da Consiglio dei ministri europeo e dalla Commissione Ue.
In sostanza, i singoli stati membri potranno decidere di vietare sul proprio territorio la coltivazione di organismi geneticamente modificati autorizzati da Bruxelles motivando la decisione con argomenti di carattere economico, agronomico o di tutela dell’ambiente. Quindi con un range di considerazioni più ampio rispetto ai soli rischi per la salute dei consumatori. L’accordo diventerà operativo nella prossima primavera.
Soddisfatto il ministro per le Politiche agricole italiane, Maurizio Martina per il quale – L’accordo si iscrive tra i successi della presidenza italiana. Un risultato tutt’altro che scontato. In questa ottica in Italia- ha aggiunto Martina – Rinnoveremo presto il divieto di coltivazione del mais Mon 810 ( l’unico la cui coltivazione è approvata dall’Ue ndr).-.
L’intesa approvata ha introdotto alcuni miglioramenti rispetto al testo approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri Ue. Ad esempio è stato previsto che le valutazioni dei rischi ambientali e sanitari vengano aggiornate ogni due anni per tener conto del progresso scientifico e del principio di precauzione.
Gli Stati membri, nel vietare le coltivazioni, dovranno comunicare la decisione alla Commissione Ue e attendere 75 giorni per il parere.
Soddisfatte le organizzazioni degli agricoltori da sempre contrarie agli Ogm. “Le coltivazioni Ogm in Europa – ha ricordato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – riguardano solo 5 paesi su 28 e investono una superficie di 148mila ettari (di cui 111mila solo in Spagna) sui 175 milioni di ettari coltivati a Ogm nel mondo”.
Da parte di associazioni ambientaliste come Green-peace, oltre a constatare come si determinerà una situazione a macchia di leopardo con differenze tra i diversi paesi, si evidenzia come “Ci vorranno mesi per recepire la norma, mentre è importante che il governo rinnovi e rinforzi il bando in essere alle coltivazioni Ogm nel nostro paese”.
Tratto da Consumatori gennaio –febbraio 2015”
Dove si coltivano gli ogm
Su 192 paesi nel mondo, sono 6 a coltivare da soli quasi tutti gli OGM.
L’80% degli OGM attualmente commercializzati sono prodotti da soli 3 paesi: Usa, Brasile e Argentina. Se si aggiungono altri 3 paesi, Canada, India e Cina, si arriva a oltre il 95% della produzione totale. A questi si aggiungono poi Paraguay e Sudafrica, responsabili di poco più del 3%. Negli altri Paesi si coltiva circa l’1% rimanente.
In Europa in pratica sono quasi assenti le colture OGM (meno dello 0,1% dei terreni coltivati nel 2009). La vasta maggioranza della produzione biotech europea è concentrata in Spagna (oltre l’80%). All’interno dell’Unione europea, gli unici OGM consentiti per la coltivazione sono il mais MON810 (prodotto e commercializzato dalla Monsanto) e la patata Amflora (prodotta e commercializzata dalla Basf). Nonostante queste approvazioni, la già esigua coltivazione di OGM a livello europeo è in calo – nel 2009 l’11% in meno rispetto al 2008.
In Italia non vi è coltivazione commerciale di OGM.