Spaghetti, svelati i nuovi marchi contaminati dal glifosato. La lista dei peggiori e dei migliori
Già nel 2018 e nel 2019 alcune analisi avevano dimostrato che, all’interno della pasta (non solo spaghetti) venduti nel nostro Paese da diversi marchi, vi era la presenza di glifosato, una sostanza controversa che molti studi hanno collegato ad una serie di possibili disturbi per la salute umana (oltre ai danni ambientali) e che lo IARC considera come un “probabile cancerogeno”.
Diversi studi hanno evidenziato come il glifosato possa essere pericoloso anche a dosi molto basse. Una delle ultime ricerche è quella condotta dall’Università di Turku in Finlandia che ha mostrato come questo erbicida sia in grado di influenzare il microbiota intestinale, con effetti negativi sul 54% delle specie batteriche intestinali.
Ma non solo, altri studi hanno mostrato i danni del glifosato sul fegato e sul sistema endocrino, tanto per citarne alcuni.
Ebbene, nel 2020 la situazione della pasta al glifosato non solo non è migliorata, ma addirittura è peggiorata. Rispetto al precedente test condotto dalla rivista Il Salvagente nel 2018, l’erbicida è stato trovato in più pacchi di pasta. Due anni fa solo le paste di Eurospin e Lidl contenevano tracce di glifosato, ora invece sono 7 i marchi in cui è stato trovato.
Tra il 2016 e il 2018 l’attenzione verso il glifosato era massima, erano usciti diversi studi e si era cominciato a parlare dei pericoli di questa sostanza per salute. I consumatori dunque erano più attenti e orientavano in un certo modo i loro acquisti. E ora? Forse si è un po’ troppo spenta l’attenzione sul glifosato e, non a caso, si prevede che le importazioni del grano canadese torneranno nel 2020 ai livelli massimi del 2016.
Il nuovo test effettuato da Il Salvagente ha preso in esame un totale di 20 marche di spaghetti con l’obiettivo di trovare tracce non solo di glifosato ma anche di altri pesticidi e sostanze controverse che entrano all’interno della pasta dalla materia prima con cui è realizzata: il grano.
GLI SPAGHETTI AL GLIFOSATO
Gli spaghetti in cui è stato trovato glifosato sono:
- Divella
- Esselunga
- Eurospin
- Garofalo
- Lidl
- Rummo
- Agnesi.
I primi 6 marchi producono spaghetti utilizzando anche grano straniero e, sottolinea la rivista, probabilmente questo proviene dal Canada. La certezza però non c’è, dato che i produttori possono indicare in etichetta un generico provenienza “Ue” e/o “non Ue”.
Purtroppo non si salva neanche la pasta 100% italiana: anche gli spaghetti Agnesi con grano 100% italiano presentano tracce di glifosato, anche se ben al di sotto dei limiti di legge, come del resto per gli altri campioni. Stesso discorso vale per Rummo, che pur avendo annunciato di recente che avrebbe prodotto pasta solo con grano italiano, è finita comunque all’interno della classifica.
GLI SPAGHETTI MIGLIORI
Dall’analisi de Il Salvagente gli spaghetti migliori del test sono risultati essere:
- Molisana (ottiene 10 punti, eccellente)
- De Cecco (10 punti, eccellente)
- Coop (9 punti, ottima)
- Alce Nero (9 punti, ottima)
- La marca del consumatore (9 punti, ottima),
seguite da NaturaSì e Giromoloni (8 punti, ottima). Escono bene dal test anche Barilla e Voiello che ottengono 7 (equivale al giudizio “buono”).
MICOTOSSINE PERICOLOSE PER I BAMBINI
Il test ha trovato anche la presenza di micotossine in alcuni campioni di pasta. In particolare preoccupa la presenza di Deossinivalenolo (Don), pericoloso soprattutto per i bambini.
Tutti i campioni sono al di sotto del limite di legge (750 μg/kg), che è il valore limite per gli adulti. Ci sono stati però 3 campioni di spaghetti, quelli a marchio Garofalo, Agnesi e Lidl, le cui concentrazioni sono superiori al limite previsto per i bambini sotto i tre anni (200 μg/kg). La rivista conclude che: “pur non essendo espressamente paste pediatriche, e quindi non costrette a rispettare quel limite più severo, a nostro giudizio sarebbe meglio non condividerle con i più piccoli”.
Per quanto possibile, orientiamoci verso i prodotti 100% italiani e da agricoltura biologica. Ormai sembra chiaro che il grano non italiano sia più contaminato, ma questo non ci pone comunque al riparo, come rivela quest’analisi. Possiamo solo consigliare di alternare il consumo di varie marche, da scegliere tra le migliori, per evitare l’eventuale accumulo di pesticidi ed effetto cocktail.
fonte: Il Salvagente, via greenme.it