La fine di un anno e l’inizio di quello successive rappresentano sempre un momento di bilanci e riflessioni, anche per quanto concerne il mondo degli animali da compagnia. Il settore, chiamato anche “pet care”, ovvero benessere degli animali da compagnia, in inglese chiamati appunto “pets”, è una miniera d’oro per le industrie produttrici che hanno saputo cogliere il desiderio di tutte quelle persone così affezionate ai propri animali da compagnia, da spendere ingenti somme di denaro per l’acquisto di mangime di alta qualità, prodotti per la cura del pelo e l’igiene, cucce, ciotole, fino ad arrivare ai veri e propri accessori moda. Come in tutto, esistono gli eccessi, ed è indubbio che esprimere l’amore per il proprio cagnolino vestendolo con gonna e giacca imbottita sia quantomeno opinabile, oltre che di cattivo gusto.
Quello che colpisce, dando uno sguardo alla situazione nazionale italiana, è la coesistenza degli estremi per quanto riguarda il benessere ed il rispetto (minimo) degli animali, in particolare di cani e gatti. Ci sono zone in cui cani e gatti sono ammessi ovunque, in cui viene loro offerta acqua fresca e anche cibo, in cui esistono molte aree verdi per liberarli in sicurezza e farli socializzare, zone in cui è comunemente accettato che a questi animali sia dovuto rispetto e considerazione. Esistono zone in cui invece cani e gatti sono trattati alla stregua di oggetti, relegati a catene, scacciati, picchiati e anche uccisi quando considerati di troppo o inutili. E agli animali come mucche, cavalli, pecore, galline e conigli tocca una sprte di sofferenza e patimenti ancor peggiori.
Indubbiamente il benessere e la cultura hanno permesso una maggiore empatia verso gli animali e le “zone verdi”, in cui gli animali vivono bene, sono diffuse a macchia di leopardo e contrastano con il rosso delle zone in cui gli animali fanno una brutta vita. Ai picchi più alti delle zone verdi, con cucce termiche e bigodini per animali, si contrappongono picchi rossi in basso, con uccisioni di cani sepolti vivi e gatti lanciati dal balcone per gioco.
E questi fatti accadono a pochi chilometri di distanza, nella stessa provincia bergamasca, non serve scomodarsi a cercare in altre regioni…
Di fronte a queste disparità, la speranza e la volontà per il nuovo anno devono portarci a capire e insegnare alle nuove generazioni una forma di coesistenza con gli animali, basata sulla pacifica convivenza e sul rispetto delle loro esigenze e caratteristiche peculiari, che andremo a indagare nelle prossime uscite di GCC.
Auguri a tutti gli esseri viventi, quindi, per un futuro più giusto senza dimenticare che ogni animale prova emozioni e che siamo noi, gli “altri animali”.