
«È un passo storico» , ha dichiarato il ministro Maurizio Martina, «che abbiamo deciso di compiere in attesa della piena attuazione del Regolamento europeo 1169 del 2011. Puntiamo così a dare massima trasparenza delle informazioni al consumatore, tutelare i produttori e rafforzare i rapporti di due filiere fondamentali per l’agroalimentare Made in Italy . L’Italia si pone all’avanguardia in Europa sul fronte dell’etichettatura, come chiave di competitività per tutto il sistema italiano».
La necessità di dare maggiore trasparenza è evidenziata anche dei dati: oltre l’80% degli Italiani considera importante conoscere l’origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, in particolare per la pasta e il riso.
«L’aumento dell’8% delle esportazioni nei primi di cinque mesi del 2017”, ha commentato il ministro Carlo Calenda, “dimostra quanto l’Italia guadagna dall’internazionalizzazione. Per portare più piccole e medie imprese a internazionalizzarsi dobbiamo concludere accordi commerciali come quello con il Canada, che rimuovono gli ostacoli e le barriere tariffarie. Ma allo stesso tempo dobbiamo tutelare i consumatori e i lavoratori con regole chiare e trasparenza sui prodotti commercializzati».
Il provvedimento che riguarda il riso prevede che sull’etichetta devono essere indicati il “Paese di coltivazione del riso”; “Paese di lavorazione”; “Paese di confezionamento”.
Le indicazioni sull’origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.