A Ivrea sarà il 9° supermercato costruito in un’area di 3 km, compresa tra i due Carrefour, il market di corso Vercelli e l’ipermercato di Burolo, il Tigros che verrà costruito nell’area ex Enel. In mezzo Lidl, Ekom, Coop, MD, Conad, Penny. E poco distanti Lidl, Carrefour e Bennet e Conad. “Siamo circondati — spiega Ciro Lubrano, dell’enoteca «Vino e dintorni» di Ivrea — da supermercati inutili.”
Ivrea è una città in decremento demografico, le grandi catene come Carrefour sono in crisi eppure si continuano a costruire supermercati. Si parla sempre di posti di lavoro, ma per uno che assume, un altro chiuderà. Per avere un profitto immediato si perde una visione futura.
«Troppi» è un giudizio con cui concorda anche Maurizio Fiorentini, presidente di Confesercenti Ivrea. «Registrerà un interesse immediato, ma chi andrà al supermercato nuovo non andrà più al vecchio — precisa Fiorentini. — Peggio ancora se pensi ai piccoli negozi che avranno sempre più difficoltà».
Nevio Perna di Legambiente Dora Baltea, invece, ragiona più dal punto di vista urbanistico. «I nuovi supermercati consumano suolo, incrementano il traffico e hanno costi di urbanizzazione. Si dovrebbe ragionare di più sulle politiche del cibo e stabilire alcune linee di lavoro. E per questo serve la politica, una politica responsabile e etica, che si occupi di piano regolatore e destinazioni d’uso».
TREVIGLIO COME IVREA
Treviglio sta attraversando ormai da anni una situazione simile a Ivrea: continue aperture, chiusure dei piccoli esercenti, continuo consumo del suolo, in cambio di cosa? Da sempre manca un grande parco pubblico, uno polmone verde dedicato a famiglie, sport e svago. Le uniche piazze pedonali sono spianate di cemento, vedi piazza Setti e piazza Cameroni, adornate da alberelli asfittici e tristi aiuole. I parchetti comunali attrezzati sono sufficienti per una decina di bambine e bambine a fronte di una popolazione di oltre 30.000 abitanti, di cui 4.236 bambine e bambini entro i 14 anni.
La carenza di servizi ha acceso ulteriormente le polemiche legate al continuo proliferare di supermercati, dato che il consumo di suolo urbano destinato alla Grande distribuzione comporta:
- sottrazione del suolo per altri usi: parchi, aree verdi, aree agricole, aree protette;
- l’aumento del flusso di traffico in zone già critiche della città;
- aumento dell’inquinamento acustico e dell’aria;
- messa in crisi della piccola distribuzione e conseguenze desertificazione del centro città;
- impoverimento del tessuto sociale, delle relazioni di vicinato e di prossimità di città;
- aumento della solitudine, del senso di isolamento e di “paura”.
A far paura, a Treviglio, è proprio l’elevata densità di supermercati, tra cui diverse nuove aperture come Esselunga di fronte all’ospedale e il nuovo supermercato della catena Famila previsto in viale Carlo Porta, di fronte all’istituto Agrario e al polo scolastico Oberdan, in cui la viabilità sarà definitivamente compromessa. Intorno ci sono altri 4 supermercati/discount in via Bergamo, un ampliamento Lidl in realizzazione e un progetto di zona commerciale a fianco dell’area PIP1 (vedi cartina nella pagina accanto). E nel frattempo ha chiuso uno dei pochissimi minimarket del centro, l’Economy di via XX Settembre.
«Con le nuove aperture, stiamo raggiungendo quota 20 (VENTI!) tra supermercati e zone commerciali. Viene da chiedersi: a chi è utile ogni nuova apertura? A chi costruisce, sicuramente. Ai cittadini? Non è certo. Di sicuro non all’ambiente!» si esprime Legambiente Terre del Gerundo di Treviglio.
A difesa dell’area in PIP1 si è schierata anche la consigliera Laura Rossoni (PD), che in passato ha avviato una raccolta firme, respinta dall’Amministrazione comunale, affinché venisse preservato il terreno confinante a quello dove sorgerà il nuovo supermercato, trasformandolo in un parco giochi. Il famoso parco che manca alla città di Treviglio.
«È anacronistico non pensare a uno sviluppo che non sia solo quello dei supermercati. È una politica miope che non fa gli interessi dei cittadini», ha detto la consigliera. Dal sindaco Juri Imeri non arrivano cenni di voler rallentare la corsa alla svendita di suolo comune.
Ma il problema esiste. E riguarda tutta la città: spazi e, prima ancora, persone.
Si tratta in sostanza di mancata responsabilità e mancata programmazione urbanistica e territoriale: l’Amministrazione comunale sta abdicando al proprio ruolo di disegno della città, piegata com’è al bisogno di fare cassa.
La continua concessione e il cambio di destinazione d’uso di terreno pubblico agli imprenditori genererà un guadagno economico per pochi ed una perdita per molti, per tutta la cittadinanza.
I pochi imprenditori potranno infatti aprire nuove attività commerciali standardizzate di dubbia qualità e deturpare il territorio in cui non risiedono.
Infine, questi pochi, chiuderanno non appena sarà svanita la convenienza e ci lasceranno le macerie e il degrado, in cui potranno andare a giocare le nostre figlie e figli al posto del parco che non c’è.
Fonti: Prima Treviglio, Istat, lasentinella.it
Avete ragione Concordo!