FUNGHI: SCATTA LA CORSA NEI BOSCHI ITALIANI

L’arrivo della pioggia autunnale ha creato le condizioni favorevoli per la nascita di porcini, finferli e chiodini 

Non solo danni, l’arrivo della pioggia autunnale dopo un lungo periodo di siccità salva la stagione della raccolta dei funghi e scatta la corsa a finferli, trombette, chiodini e porcini nei boschi italiani. È quanto emerge dal primo monitoraggio di Coldiretti, che evidenzia un ritardo dell’inizio delle attività di raccolta lungo la Penisola dopo un mese di settembre dominato da caldo e siccità che ha lasciato a secco gli appassionati della raccolta e quelli della tavola. 

La situazione è tuttavia a macchia di leopardo con i segnali più positivi che arrivano dalla fascia appenninica e da alcuni territori del nord Italia, ma si attendono i riscontri delle recenti precipitazioni nei boschi segnati da una estate secca e feriti dagli incendi. 

La nascita di porcini, chiodini, finferli e altre varietà per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali, una buona dose di sole e 18–20° di temperatura all’interno del bosco. 

L’attività di ricerca non ha solo una natura hobbistica che coinvolge moltissimi vacanzieri e svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta un’importante integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici. 

È necessario tuttavia evitare le improvvisazioni e seguire alcune importanti regole che vanno dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori, alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri e non fidarsi assolutamente dei detti e dei luoghi comuni, ma anche rivolgersi sempre, in caso di incertezza, per controlli ai Comuni o alle Unioni micologiche e utilizzare cestini di vimini ed evitare le buste di plastica. 

Per i meno avventurosi il consiglio è comunque quello di recarsi nei mercati dei contadini dove molto spesso è possibile acquistare anche funghi coltivati. In questo caso la Coldiretti invita a verificare l’indicazione il luogo di raccolta o coltivazione, dell’origine in etichetta o su appositi cartellini che deve essere riportato obbligatoriamente. Le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, compresi tartufi e funghi spontanei. 

Una garanzia per sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare. I funghi sono ricchi di proteine e fibre, poco calorici, poveri di sodio e ricchi di potassio e in Italia durante l’anno se ne consumano in media circa un chilo a testa. Una risorsa importante per un Paese come l’Italia che può contare su circa 11,4 milioni di ettari di bosco che copre il 40% della superficie del Paese, segnati spesso purtroppo dall’abbandono, incuria e dall’azione criminale dei piromani. 

fonte: campagnamica.it

CONSIGLI DIETETICI

Iniziano le prime piogge e cominciano a esserci i funghi. Per appagare il palato, ogni settimana se ne possono introdurre 2–3 porzioni, ma bisogna stare attenti che non siano velenosi. Purtroppo si continua ancora a morire dopo aver consumato dei funghi raccolti in proprio e non fatti controllare dalle autorità competenti. I funghi non sono sempre velenosi, ma bisogna trattarli con molto riguardo perché potrebbero diventarlo a causa dell’incrocio che avviene, col vento nei campi, tra le spore di quelli velenosi con quelli non velenosi. 

Fra le qualità più richieste ci sono i funghi porcini che per 100 grammi forniscono mediamente 27 kcal derivanti da 1,4 g di carboidrati composti da zuccheri semplici, 0,7 g di lipidi e 3,9 g di proteine. Il 92% del peso dei funghi porcini è infatti dato da acqua e 2,5 g di fibra alimentare che risulta indigeribile all’organismo e stimola la motilità e nutre i batteri dell’intestino. Apportano inoltre una quantità di proteine piuttosto elevata; essi infatti contengono quasi tutti gli aminoacidi essenziali di cui necessita un individuo adulto ed è interessante la quantità di triptofano, aminoacido precursore della molecola serotonina, un neurotrasmettitore che svolge numerose funzioni che vanno dalla regolazione del tono dell’umore, del sonno, della temperatura corporea, della sessualità e dell’appetito. Una delle sostanze salutiste di cui i funghi abbondano si chiama ergotioneina e ha un ruolo importante nella protezione dell’aterosclerosi. 

Ma i funghi contengono anche molte proteine e un po’ di vitamina B12, che di solito viene fornita dalla carne e dai derivati animali. Una porzione di funghi fornisce, in media, 5 mg di ergotioneina, e alcuni funghi esotici possono contenerne fino a 13 mg. I funghi «white button» contengono quantitativi di questo antiossidante (che non si riducono con la cottura) 12 volte maggiori rispetto al germe di grano e 4 volte superiori rispetto a quelli riscontrati nel fegato di pollo, che dalla letteratura risultano essere le due fonti alimentari principali. Attenzione, però a non eccedere con le quantità e non mangiarli troppo spesso, perché contengono alcune sostanze difficili da digerire, come la chitina, simile alla cellulosa. 

Avendo uno scarso apporto calorico sono anche ideali per chi sta seguendo una dieta dimagrante: un etto di funghi fornisce da 20 a 26 calorie, a seconda delle varietà. I meno calorici sono i prataioli, seguiti dagli champignon, poi dai porcini. 

I funghi in vendita nei negozi di generi alimentari sono certificati dalle ASL di zona. I funghi provocano spesso allergie e intolleranze, per cui bisogna mangiarne sempre una modica quantità e con una frequenza non ripetuta nella settimana. Per rendere commestibili i funghi bisogna limitare l’abitudine di mangiarli crudi; infatti le condizioni di cottura consigliate sono quelle che prevedono un tempo non inferiore ai 15 minuti di bollore, per consentire con certezza il raggiungimento, anche all’interno della fetta, di temperature intorno ai 70–80 °C. 

In quasi tutti i funghi crudi, infatti, risiedono elementi tossici per cui questa abitudine crudista dovrebbe essere abolita o, quanto meno, circoscritta a una cerchia molto limitata di specie fungine. 

a cura di Giorgio e Cinzia Myriam Calabrese 

fonte: campagnamica.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.