LO SCRITTORE NICOLA PESCE CI ESPONE IL SUO PUNTO DI VISTA SULLA VITA E IL LAVORO 

Io mi permetto di proporre un cambio di punto di vista. Non è sbagliato che io smetta di lavorare così giovane: è sbagliato che tutti noi abbiamo lavorato così tanto! 

Come sta andando la mia pensione, di cui tanto vi ho parlato? 

Direi bene e male. Ci sono momenti in cui ancora capita che io debba per forza lavorare da un lato e, dall’altro, ci sono persone che mi hanno “sgridato” perché oso smettere di lavorare. 

Io mi permetto di proporre un cambio di punto di vista. Non è sbagliato che io smetta di lavorare così giovane: è sbagliato che tutti noi abbiamo lavorato così tanto! 

Non c’è nessun motivo valido al mondo per mettere il lavoro al centro delle nostre vite. Non voglio dire che chi non può permetterselo debba smettere e finire in miseria. Voglio dire che abbiamo senza volerlo costruito un mondo in cui siamo costretti a lavorare sempre. 

Secoli fa eravamo schiavi. Adesso ci illudiamo di essere liberi. Lavoriamo cinquant’anni di fila fino a perdere la vista o a curvarci la schiena spesso per spendere soldi in cose superflue. La vacanza estiva non la vediamo più come la nostra naturale libertà, ma come il premio per il lavoro. Il tempo libero che è SACROSANTO ed è NOSTRO è diventato l’ora d’aria di noi carcerati del lavoro

Ho l’impressione che ci si senta sempre più costretti a divertirsi, a spendere soldi per divertirsi, a dover fare la vacanza altrove. Mentre qui a Salerno ci sono persone che non hanno mai visitato il nostro Duomo, la sua cripta, e poi vanno a fare le vacanze “culturali” a Firenze. 

Quando nei film vogliono far vedere che uno è un riccone lo mettono su una barchetta in Costiera Amalfitana e noi, che viviamo in Costiera Amalfitana, cerchiamo altre spiagge chissà dove. Invece qui con un panino di 2 euro e una bottiglietta d’acqua puoi vivere il mare più bello del mondo e leggerti un libro alla sua riva. 

Mi pare, in breve, che chi mi sgrida sia come uno schiavo che invidia lo schiavo liberto, o liberato, e che lo ucciderebbe volentieri: dobbiamo tutti essere schiavi. O tutti o nessuno. E lui vuole che lo siamo tutti. Beh, propongo io, non sarebbe meglio nessuno? 

Io vorrei dare l’esempio. Possiamo spendere meno soldi. Lavorare meno. Oziare in modo costruttivo. Scoprire che oltre il lavoro esistiamo ancora noi, possiamo avere una nostra personalità, essere individui e non massa di consumatori. 


>> Per leggere i post dello scrittore Nicola Pesce basta cliccare sui link seguente per il suo sito internet, la sua pagina Facebook e il profilo Instagram.

www.nicolapesce.it

https://www.facebook.com/NicolaPesceHimself

fonte: /www.instagram.com/p/CpH42pkK9Pi/

I suoi libri già pubblicati:

Le cose come stanno 

Il fiato di Edith

La cura del dolore

La volpe che amava i libri

L’uomo più piccolo del mondo

I Fiori del Bene

La volpe che amava le piccole cose

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.