Occhio all’insalata. E che sia tutto caporalato free!

Nelle ultime settimane è successo più volte di trovarsi a fare il punto sui vari “buchi di mercato” che avevamo ampiamente anticipato a maggio. L’abnorme quantità di giorni piovosi di quel mese sta avendo ripercussioni a iosa, proprio ora che si dovrebbero raccogliere i frutti di quei fiori che non sono stati impollinati o quei vegetali che non sono stati seminati a causa del maltempo.

Ci siamo infatti occupati di meloni e cocomeri (ora i prezzi stanno scendendo) mentre oggi tocca alle insalate, in particolare quelle a foglia piccola, che si raccolgono dopo circa 45 giorni dalla semina. I giorni scorsi i raccolti sono stati minimi e i prezzi all’ingrosso sono raddoppiati. Noi le pagheremo anche fino 3,5 o 4 euro al chilo (ma non ci si rovina con l’insalata: chi ne compra dei chili?). Ai mancati raccolti nostrani si aggiungono i problemi delle grandi coltivazioni estensive europee, che lavorano soprattutto per la “quarta gamma”, le insalate già lavate e preconfezionate. Le industrie che le incartano sono rimaste senza prodotto: nella valle della Loira, dove ci sono estensioni notevoli di soncino e altre insalatine, si sono registrate temperature calde decisamente fuori dalla norma (le zone costiere atlantiche raramente raggiungono i 40°C) che hanno letteralmente bruciato i campi.

Per cui occhio: molto probabilmente anche le insalate preconfezionate costeranno di più rispetto al normale sproposito. Avete letto bene: se infatti calcolate il prezzo al chilo di questi sacchetti, sarà sempre molto facile superare i dieci euro in condizioni di mercato non critiche, figuriamoci ora.

Preparatevi per pomodori e pesche in abbondanza. Ma attenzione all’insalata!

Per passare alle belle notizie, possiamo rifarci sui pomodori che sono tanti, di tantissime varietà e per gli usi più disparati. Hanno i prezzi bassi della frutta e verdura in stagione e il grado di maturazione perfetto. Se invece guardiamo ai mercati con un occhio già proiettato alle prossime settimane, le pesche stanno entrando “a regime”, cioè saranno presto raccolte in tutta la Penisola (mancano soltanto le zone più a Nord e più vicine alle montagne). Per cui presto non solo saranno meno care e abbondanti, ma anche più buone, dolci e succose di quanto non lo siano state fino a questo momento.

In ogni caso, oggi ci preme ricordarvi di fare attenzione ai nostri acquisti. Nei campi inizia la raccolta: Chiocciole, cerchiamo frutta e verdura “caporalato free”. Scegliete il mercato contadino, parlate con il produttore, assicuratevi di non contribuire a un sistema ingiusto in cui gli unici a guadagnarci sono la GDO senza scrupoli e i grossi imprenditori industriali che scaricano tutto il peso del sottocosto sulle spalle di braccianti e stagionali. Quindi occhio al prezzo, se troppo basso insospettiamoci e non contribuiamo a uno sfruttamento che non riconosce adeguati ricompensi, se non a vere e proprie forme di paraschiavitù.

Che sapore può avere quel pomodoro raccolto da lavoratori in nero o sfruttati come schiavi?

Carlo Bogliotti

fonte: La Stampa, 6 luglio 2019 (articolo attualizzato)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.