Recensioni di settembre

Alex Zanardi, Gianluca Gasparini
VOLEVO SOLO PEDALARE… MA SONO INCIAMPATO IN UNA SECONDA VITA

Rizzoli BUR, 2019, pag. 270
€ 13,00 (al socio € 12,35) disponibile in formato EPUB a € 7,99

Volevo solo pedalare ripercorre tredici anni di vita eccezionale, raccontati come se si trattasse della normalità, affrontati sempre con il sorriso sulle labbra e la passione nel cuore. Alex — considerato un mito, un atleta incredibile (nell’automobilismo è stato campione CART nel 1997 e 1998, e campione italiano superturismo nel 2005. Nel paraciclismo ha conquistato quattro medaglie d’oro ai Giochi paraolimpici di Londra 2012 e Rio 2016, e otto titoli ai campionati mondiali su strada) — dopo il terribile incidente automobilistico del Lausitzring nel 2001 in Germania, con l’auto tagliata in due e l’amputazione obbligatoria di tutte e due le gambe, era sopravvissuto contro le previsioni di tutti (gli avevano persino dato l’estrema unzione). Al suo posto, molti si sarebbero “accontentati” di essere ancora a questo mondo. Lui invece aveva saputo reinventarsi una nuova vita grazie al suo spirito, un mix di serenità e ironia, forza incrollabile e voglia di divertirsi, ma anche con una straordinaria dose di umiltà: doti che riescono a infondere in chi legge il suo libro entusiasmo e speranza.

Alex era riuscito a ricostruirsi una nuova carriera sportiva quasi per caso, perché fermandosi a un autogrill aveva visto una handbike legata sul tetto di un’automobile: era stata per lui una vera ripartenza. Affrontando I’lronman delle Hawaii, la gara di triathlon più sfiancante del mondo, Alex aveva sostenuto di essere “avvantaggiato” perché la maratona è più pesante per chi ha le gambe. La competizione, la corsa, sono nella natura degli sportivi, normodotati o disabili; l’agonismo spinge avanti ogni giorno nonostante le difficoltà, anche logistiche e organizzative: per questo Zanardi venerdì 19 giugno 2020 era sulla sua handbike a 50 km all’ora sulla strada statale di Siena, nella “Staffetta di beneficenza in handbike Obiettivo tricolore”, promossa per portare lo sport paraolimpico sulle strade normali, dalla Lombardia alla Puglia, con un ennesimo messaggio di forza. Come un accanimento del destino il terribile schianto avvenuto sulla Statale 146 a Pienza, in Toscana, dove ha perso il controllo del mezzo scontrandosi contro un camion.

Stefano Mancuso
L’INCREDIBILE VIAGGIO DELLE PIANTE
Laterza, 2018, Collana “I Robinson/Letture”, pag. 144, illustrato, rilegato
€ 18,00 (al socio € 17,10)
disponibile in formato EPUB a € 10,99

Stefano Mancuso studia le piante “come esseri in grado di avere delle capacità cognitive”: vale a dire come le piante comunicano, come memorizzano, come apprendono; una materia nuova che sta rivoluzionando il nostro modo di guardare al mondo vegetale, il quale, non dobbiamo dimenticarlo, rappresenta la maggior parte della vita.

L’autore ci parla di una caratteristica poco nota delle piante, straordinari esseri viventi in grado di spostarsi senza gambe, comunicare senza voce e pensare senza cervello — con modalità e vie proprie: al contrario di quello che ritiene il luogo comune, e cioè che siano degli esseri immobili, nel corso delle generazioni invece le piante sono in grado di espandersi, muovendosi nello spazio e nel tempo con modalità sconosciute a noi umani; ci sono piante che “scappano” dagli orti botanici ritornando nel loro ambiente naturale, altre che si sono diffuse da un singolo luogo fino a coprire l’intera estensione del pianeta; piante che viaggiano nel tempo, con semi di oltre 30 mila anni fa che sono ancora in grado di germinare riportando in vita piante che pensavamo fossero ormai estinte. Ci sono anche i fossili, cioè piante che non dovrebbero esistere e che hanno trovato nell’uomo il vettore che hanno perso nei secoli passati.

Le illustrazioni ad acquerello sono di G. Fischer.

Stefano Mancuso è botanico, scienziato di prestigio mondiale, professore all’Università di Firenze; dirige il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV) ed è membro fondatore dell’International Society for Plant Signaling & Behavior; ha insegnato in università giapponesi, svedesi e francesi ed è accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili. Con la sua start–up universitaria PNAT ha brevettato Jellyfish Barge, il modulo galleggiante per coltivare ortaggi e fiori completamente autonomo dal punto di vista di suolo, acqua ed energia presentato all’EXPO Milano 2015 che si è aggiudicato l’International Award per le idee innovative e le tecnologie per l’agribusiness dell’United Nations Industrial Development Organization (UNIDO). È autore di volumi scientifici e di centinaia di pubblicazioni su riviste internazionali.

Alvin Tresselt
L’ELEFANTE PIÙ PICCOLO DEL MONDO

Orecchio Acerbo, 2020, pag. 32 euro 13,50 (al socio € 12,83)

A volte capita di nascere nel posto sbagliato: è quello che accade all’elefante più piccolo al mondo, sebbene lui sappia fare cose che tutti gli elefanti sanno fare, come dondolare la proboscide, sventolare le orecchie e strombazzare — ma nella giungla tutti lo prendono in giro. Il fatto che non sia più grande di un normale gatto di casa gli fa capire che è proprio di una casa che ha bisogno; per questo si mette in cammino e dopo un lungo viaggio in nave arriva in città. Qui però nessuno lo nota, a parte il bambino Arnold che decide di tenerlo con sé; tutto sembra essere a posto, ma la madre di Arnold non è d’accordo. Per aggirare l’ostacolo, basterà dipingere sul didietro dell’elefante un bel muso di gatto, insegnargli a scodinzolare con la proboscide e a ripiegare le orecchie: adesso Arnold non ha più un elefante, ma un bel micio. E sarebbe ancora lì, se una notte non fosse sopraggiunto un topo a svelare l’imbroglio…

Le illustrazioni sono di Milton Glaser.

Lettura indicata a partire dai 3 anni

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