ANGURIA: PROPRIETÀ, CALORIE E CURIOSITÀ

L’anguria è il frutto estivo — disponibile nei mesi di luglio e agosto — di una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia della Cucurbitacee, il Citrullus vulgaris. È conosciuta anche come cocomero nelle zone centrali e meridionali d’Italia (dove è in uso anche l’espressione melone d’acqua, per distinguerlo dal melone vero e proprio) e in effetti si tratta anche del termine più corretto, perché ricalcante il nome botanico latino Cucumis citrullus. Il nome anguria (dal greco angurion, che indicava il cetriolo) è, invece, un termine più regionale, diffuso nell’Italia settentrionale. 

Originaria della Valle del Nilo, questa pianta dal fusto rampicante e dalle foglie grandi e pelose, produce ogni anno dai 3 ai 5 frutti, con un peso che varia in genere dai 2 ai 15 chilogrammi, ma che può raggiungere anche i 25 kg ciascuno. Esistono diverse varietà di cocomero che si differenziano per la forma, che può essere sferica o ovale, e per il colore della buccia: 

Sugar baby, sferiche e di colore verde; 

Crimson sweet, ovali dalla buccia striata verde chiaro; 

Sweet meat, caratterizzate dalla croccantezza della polpa; 

Miyako, verdi con striature nere. 

ANGURIA: PROPRIETÀ E CALORIE 

Il cocomero non è molto ricco di sostanze nutritive, ma presenta un altissimo contenuto di acqua, pari a oltre il 90% del suo peso. Tale percentuale ne fa il più acquoso dei frutti e ne determina le note proprietà dissetanti, rinfrescanti e diuretiche, ma lo rende anche un frutto dall’elevato potere saziante, così da renderlo un frutto adatto a chi segue una dieta ipocalorica per perdere peso. Anche se il cocomero contiene un’alta concentrazione di zuccheri, infatti, è praticamente privo di grassi e di calorie, mentre presenta una discreta quantità di vitamina A e vitamina C. 

ANGURIA GIALLA: COS’È E DOVE TROVARLA 

All’esterno è pressoché identica a quella rossa, ma una volta tagliata presenta una polpa di un colore giallo intenso e un sapore molto diverso da quello della “cugina” più diffusa: è l’anguria gialla, nata in Oriente da un innesto non OGM ma ormai coltivata anche in Italia, specialmente in Sicilia, Basilicata e Lazio. La vera sorpresa, però, è all’assaggio: molto diversa dall’anguria rossa, quella gialla ha una polpa che per consistenza ricorda quella del mango e un sapore che è un mix tra quello dell’ananas e del fico d’India. 

L’anguria gialla si consuma esattamente come quella rossa, da sola oppure in macedonie, ma è ottima anche per la preparazione di frullati, granite e sorbetti. La sua reperibilità negli anni è aumentata enormemente: anche se si tratta ancora di un frutto disponibile per lo più nei mercati locali, ultimamente ha fatto la sua comparsa anche nel banco frigo dei supermercati più grandi e forniti. 

COME SCEGLIERE L’ANGURIA 

Un trucco utile per scegliere una buona anguria è “bussare” sulla buccia: se il suono sarà vuoto, vorrà dire che il frutto è ben maturo e pronto a essere consumato. Alla vista, invece, il cocomero deve essere privo di ammaccature e/o tagli, ma anche il colore è un buon indicatore della sua qualità: per essere maturo dovrebbe essere verde molto scuro e opaco; la buccia lucida, invece, è indice di un frutto ancora acerbo. 

Se si sceglie di comprare un’anguria già tagliata, bisogna optare per delle fette che presentino una polpa compatta e dal colore rosso brillante, e semi di colore nero o marrone scuro. Da evitare, invece, le parti con la polpa farinosa o rosa chiaro (indice di un frutto troppo maturo), così come quelle in cui i semi — di solito chiari — sono separati dalla polpa. 

CURIOSITÀ 

La storia dell’anguria è antichissima e risalirebbe addirittura all’antico Egitto, come testimonierebbero alcuni geroglifici. Secondo la tradizione, il cocomero sarebbe stato originato dal seme del dio Seth e dagli egiziani era considerato tanto importante da far parte del corredo funebre deposto nelle tombe dei faraoni. In Europa, invece, l’anguria è arrivata solamente intorno al XIII secolo. 

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