Clima, per salvare il pianeta si può partire dalla spesa

Mentre in Polonia prendeva il via la conferenza internazionale sul clima Cop24, Roma ospitava il primo simposio internazionale Health and Climate Change. Dal confronto tra più di 500 ricercatori provenienti da 27 Paesi è scaturita la Carta di Roma, un appello urgente ad agire per affrontare il costante richiamo all’interdipendenza tra clima e salute. Una responsabilità da cui la comunità scientifica non poteva esimersi, così Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha presentato con orgoglio il documento.

L’Italia, per la sua posizione geografica, per l’estensione longitudinale, le sue caratteristiche orografiche e idrografiche, l’estrema eterogeneità meteo–climatica, lo stato diffuso di inquinamenti postindustriali, unito a una vulnerabilità idrogeologica e sismica, rappresenta un laboratorio di ricerca sull’impatto del cambiamento climatico sulla salute.

Sempre all’Italia avevano guardato per primi Ancel Keys e Margaret Haney, quando — studiando la dieta mediterranea — ribadirono la correlazione tra cibo e salute.

Con il lancio della campagna #Foodforchange Slow Food richiama l’attenzione sul ruolo del cibo vittima ma spesso carnefice nella relazione con i cambiamenti climatici. Un legame quello tra cibo, salute e clima, che dà anche la misura dell’importanza delle azioni che ciascuno di noi può mettere in campo. Se è vero, infatti, che la filiera alimentare impatta enormemente sul clima, ne consegue che scegliere bene cosa mangiare ha una ricaduta doppiamente positiva sulla nostra salute. Scegliere prodotti di stagione e locali, provenienti da filiere sostenibili, magari biologici, biodinamici o da lotta integrata, non eccessivamente trasformati, significa non solo fare un favore a se stessi, ma scegliere di sostenere produzioni spesso familiari o di piccola scala, che insieme alla qualità del prodotto che vendono, curano la qualità dell’ambiente in cui vivono.

Due generazioni per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici e dai devastanti effetti che questi avranno sulla salute dell’uomo e dei territori. Questo, ha detto Ricciardi aprendo la conferenza romana, il tempo che rimane a tutti noi per mettere in atto misure concrete prima che sia troppo tardi. Questo tempo per agire e fare la spesa con maggiore consapevolezza e responsabilità può essere il primo passo verso questa rivoluzione.

Giorgia Canali

Da: La Stampa, 9 dicembre 2018

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