Finocchio, l’ortaggio amico del cervello

Il finocchio è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Ombrellifere e il suo aroma peculiare si deve alla consistente presenza di anetolo, un’essenza che viene adoperata per la preparazione di liquori quali la sambuca, il pastis e l’anisette in Francia o l’anis in Spagna.

È opportuno fare distinzione tra finocchio selvatico e coltivato. Le due varietà fanno parte della stessa famiglia, ma mentre quello selvatico cresce in maniera spontanea e viene usato come pianta aromatica, quello coltivato, o comune, dispone di una parte edibile, detta “grumolo”, costituita dalla parte basale delle foglie e caratterizzata da un sapore più dolce e meno pungente rispetto a quello del finocchio selvatico. Questo ortaggio ha un contenuto calorico molto ridotto, circa 31 calorie per ogni etto, è povero di grassi ma molto ricco di fibre, quindi è un alimento particolarmente indicato per chi tiene alla propria linea.

Del finocchio si conoscono diverse varietà:

  • il dulce o romano, coltivato per i frutti da cui si ricava l’essenza e coltivato come verdura per le grosse guaine fogliari carnose;
  • il capillaceum (finocchio selvatico), perenne presente nella penisola e nelle isole d’Istria (incolti erbosi, scarpate, bordi delle vie);
  • le forme annue sativum, coltivato per gli acheni aromatici;
  • la varietà piperitum perenne con frutti e sapore acre e sgradevole. È costituita dai frutti essiccati destinati alla estrazione dell’olio essenziale, che è dislocato per circa il 60% nei frutti ed il rimanente nei raggi delle ombrelle e nelle altre parti verdi della pianta. L’essenza, di colore verdognolo, è costituita per circa il 70% da anetolo e per la parte restante da diverse altre sostanze. Molto importante è rispettare scrupolosamente le dosi prescritte poiché l’anetolo in dosi elevate provoca convulsioni.

Il finocchio è molto ricco di sali minerali, soprattutto potassio, calcio e fosforo, utili per rinforzare le ossa e per prevenire crampi e stanchezza. Contiene molte vitamine, in particolare la vitamina A, essenziale per proteggere e mantenere sana la pelle e per regolare il funzionamento della retina e della vista, la vitamina B, elemento fondamentale per il corretto funzionamento del sistema nervoso e dell’apparato cardiocircolatorio, e la vitamina C, sostanza molto importante nella prevenzione di numerose patologie perché rafforza il sistema immunitario e svolge un’efficace azione antiossidante. Il buon contenuto di fitoestrogeni rende il finocchio un ottimo equilibrante naturale dei livelli degli ormoni femminili, il che lo rende particolarmente utile nello stimolare la produzione di latte nelle donne alle prese con l’allattamento, nel ridurre i disturbi che precedono il ciclo mestruale e nell’alleviare i sintomi della menopausa.

I frutti del finocchio, impropriamente chiamati semi, contengono oli volatili in quantità oscillanti tra lo 0,8 e il 4%. Tra questi, i principali costituenti sono un olio essenziale dolce, l’anetolo, ed una sostanza amara, il fenicone. A essi è da attribuire la ben nota azione stimolante sulla motilità dello stomaco e dell’intestino che rende i semi del finocchio particolarmente utili in presenza di meteorismo e flatulenza. Agli stessi oli essenziali è da attribuirsi anche l’aumento, per fenomeno riflesso, della secrezione della saliva. In erboristeria e fitofarmacia il finocchio è indicato contro la pesantezza dello stomaco ed eruttazioni, colite e meteorismo, ma anche contro la tosse.

Anche il fegato trae giovamento dal consumo di finocchi, che rappresentano dei validi disintossicanti e che contribuiscono al miglioramento delle funzioni epatiche. Inoltre, il finocchio ha effetti diuretici, favorendo la produzione di urina e, di conseguenza, l’eliminazione delle tossine da parte dell’organismo, ed è indicato in caso di inappetenza, dato che stimola l’appetito e la secrezione gastrica attraverso l’azione dei suoi principi aromatici.

Come erba officinale, il finocchio costituisce un ottimo rimedio per i problemi di digestione, in quanto contrasta i processi fermentativi che avvengono nell’intestino crasso e contribuisce all’eliminazione dell’aria che si accumula nello stomaco e nell’intestino, lenendo in tal modo anche i dolori causati dalle coliche gassose nei neonati. Proprio in considerazione di queste sue virtù benefiche nei confronti dell’apparato digerente, tisane, decotti e infusi preparati con i semi di questo ortaggio possono essere molto utili per coloro che abbiano problemi di gonfiore addominale e di aerofagia.

A cura di Giorgio e Cinzia Myriam Calabrese

fonte: www.campagnamica.it

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