Il cibo diritto di tutti

sprechi-alimentari“Il cibo è un diritto di tutti, così come l’accesso all’acqua, un bene che non può essere ceduto a privati. Nei Paesi del nord del mondo si fanno tre pasti al giorno e un terzo degli alimenti va perduto; in quelli del sud è fortunato chi riesce a mangiare una sola volta al giorno… Occorre sobrietà, cambiare stile di vita, recuperare gli scarti per consentire almeno un pasto anche a costoro… Debellare la fame è un imperativo categorico!”.
Papa Francesco, davanti alle drammatiche condizioni di vita (alla miseria, alla fame, alle emigrazioni prodotte dalla guerra, dallo sfruttamento e dall’avidità cieca del capitale) in cui si è venuta a trovare gran parte della popolazione del globo, non usa mezzi termini, parla diretto e invita a smetterla con statistiche e chiacchiere, e a operare in maniera concreta, con iniziative efficaci, come si sforza di fare anche lui.
Oggi pare che qualcosa si stia muovendo, che il suo messaggio sia pervenuto anche nelle sale dei governanti, impegnati proprio in questi giorni ad assumere qualche provvedimento, non sappiamo se per sensibilità o per dover soccombere davanti ad un’emergenza sempre più pressante e difficile da contenere.
Va riconosciuto che la nostra cooperazione, insieme a tante altre associazioni di sostegno sociale, da anni sta operando in questa direzione.
Perseguire la cultura dello scarto ormai è divenuto un obbligo morale, per i singoli e per le imprese; insieme a quella dell’educazione alimentare.
Mi vengono in mente le parole di mio padre, che era un contadino, molto attento agli equilibri della natura. Mi faceva notare che il rapace (l’aquila, il falco, la poiana…) non va a caccia per il gusto di cacciare; ci va solo quando è in cerca di cibo, e se incontra dieci prede, non ne uccide dieci per scegliere la migliore buttando le altre, ma solo ed esclusivamente quella che gli serve per sopravvivere; e in genere uccide la più debole, quella che non potrebbe resistere agli scompensi della natura. Sono parole che meritano una riflessione, specie se consideriamo i comportamenti dell’uomo, ritenuto un animale superiore!
“C’è bisogno di uno spazio grande – conclude Francesco – che faccia preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti; solo adottando uno stile di vita sobrio, accompagnato dal serio impegno per un’equa distribuzione delle ricchezze sarà possibile instaurare un ordine giusto e sostenibile”.
Noi siamo convinti che le persone abbiano sempre una riserva di coraggio e di creatività, tali da permettere un nuovo risveglio, un nuovo impegno, la riscoperta di un grande gusto di vivere. Dobbiamo pertanto trasformare l’odore di morte in profumo di vita, trasformare situazioni di morte, di disperazione, di apatia, di solitudine, di mancanza di senso in occasione di speranza, di gioia, solidarietà… cominciando da noi stessi. Proviamoci e mettiamoci al lavoro.

Giuseppe Ciaghi
Da “Cooperazione tra consumatori”

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