La castagna è tornata nelle nostre valli

Vi sarete accorti della presenza delle castagne finalmente sui banchi del mercato. Quest’anno ci sono anche buone notizie.

Ricordate che fino a dodici mesi fa tutti lamentavano che la produzione era in costante diminuzione, che batteri e parassiti avevano decimato le piante nei boschi, che la castagna da prodotto popolare, che aveva sfamato generazioni di Italiani, era diventata praticamente un cibo di lusso?

Oggi finalmente ci sono segnali di inversione di tendenza e si preannuncia un raccolto abbondante come non si aveva da molti anni.

Intanto perché la propagazione delle malattie del castagno sembra essersi arrestata. La lotta —spesso condotta attraverso batteri e insetti concorrenti a quelli malvagi — inizia a dare risultati.

In secondo luogo c’è da registrare un’importante novità, non sappiamo quanto positiva per la biodiversità molto ricca delle castagne semiselvatiche o del tutto selvatiche d’Italia, ma certo di rilievo.

Spaventati dalla crisi della produzione di cui abbiamo detto, in molti sono ricorsi alla semina di veri e propri frutteti (non parliamo quindi di boschi) di castagni ibridi euro–giapponesi, immuni alle piaghe più diffuse.

Queste piante iniziano a dare frutto molto precocemente (anche in soli tre anni) e dunque oggi sono già tutte produttive, anche in piena pianura padana, cioè in luoghi dove prima sarebbe stato impensabile raccogliere castagne.

Riconoscerete le euro–giapponesi soprattutto per le dimensioni: sono enormi rispetto a quanto siamo abituati, grandi anche più dei marroni.

Occorre ricordare la differenza tra castagne e marroni (che arriveranno tra qualche settimana). I secondi, oltre a essere meno piccoli, al loro interno non hanno la tipica pellicina delle castagne che spesso si insinua anche nella polpa. Sono perfetti per la pasticceria e sono molto ambiti dalle industrie dolciarie.

I marroni hanno notevoli denominazioni di origine in Italia. Lo stesso vale per le castagne “selvatiche”. Di dimensioni ridotte e un po’ più scure forse non faranno la stessa bella figura, ma di certo sono più saporite e molto probabilmente autoctone o provenienti dalle valli più vicine.

Preferirle non è soltanto un bel modo per preservare la biodiversità dei boschi e le fragili microeconomie a essi legate, ma anche un modo per spendere meno.

Parliamo di prezzi che partono da 2 euro fino a 4 al chilo contro i 5–7 delle più grandi coltivate.

Carlo Bogliotti

fonte: slowfood.it

Proprietà e benefici delle castagne

Sazianti, ricche in fibre e minerali, utili in caso di anemia, stanchezza psicofisica, grazie al loro elevato apporto calorico (circa 287 calorie in 100 grammi), e ancora in gravidanza, in virtù del loro apporto di acido folico che previene malformazioni fetali.

La ricchezza in carboidrati complessi le rende simili per valore nutritivo ai cereali: sono una valida alternativa in caso di intolleranza e coprono completamente la parte glucidica del pasto.

Le castagne riducono il colesterolo, riequilibrano la flora batterica. Tra le vitamine contenute nelle castagne troviamo: vitamina A, B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (niacina), B5, B6, B9 (acido folico), B12, C e D. Tra gli aminoacidi presenti nelle castagne citiamo l’acido aspartico, l’acido glutammico, arginina, serina e treonina.

Le castagne contengono inoltre potassio (antisettico, rinforza muscoli e ghiandole), fosforo (calcificante, collabora alla formazione della cellula nervosa), zolfo (antisettico, disinfettante, contribuisce all’ossificazione), sodio (utile alla digestione e all’assimilazione), magnesio (coadiuva alla formazione dello scheletro e agisce come rigeneratore dei nervi), calcio (ossa, sangue, nervi), cloro (ossa, denti e tendini).

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