METTIAMO FINE ALL’ERA DELL’ALLEVAMENTO IN GABBIA

Nel corso di un evento organizzato da Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali e HSI/Europe per la coalizione italiana End The Cage Age, è stato affrontato il caso dei conigli e delle quaglie: “Senza gabbie è possibile, per tutti gli animali” 

In Europa, ogni anno, oltre 300 milioni di animali (galline, scrofe, vitelli, conigli, quaglie e anatre) vengono ancora allevati in gabbia, per tutta o una parte significativa della loro vita. Oltre 40 milioni di loro solo in Italia. Lo hanno ricordato Animal Equality, CIWF Italia ONLUS, Essere Animali e HSI/Europe, in occasione dell’evento organizzato il 29 novembre a Roma dalla coalizione italiana End the Cage Age, per discutere il passaggio a sistemi senza gabbia per conigli e quaglie. 

A questo link è possibile firmare la petizione https://animalequality.it/agisci/italia-contro-le-gabbie

«Siamo fieri, oggi, di potere gettare luce sulla situazione degli animali più dimenticati tra quelli che soffrono nelle gabbie, italiane ed europee: i conigli e le quaglie. Milioni e milioni di individui privati di tutto ciò che renderebbe la loro vita almeno maggiormente compatibile con i loro bisogni etologici. Non esageriamo dicendo che la vita in gabbia per loro è una vera tortura», ha dichiarato Annamaria Pisapia, direttrice CIWF Italia, che ha moderato i lavori del convegno. 

In risposta all’Iniziativa dei Cittadini Europei End the Cage Age, che ha raccolto 1,4 milioni di firme certificate, la Commissione Europea si è impegnata a proporre entro il 2023 una normativa per eliminare l’utilizzo delle gabbie nell’allevamento. 

Nel corso del convegno, Martina Pluda, direttrice per l’Italia di HSI/Europe, ha sottolineato come la transizione ad allevamenti senza gabbie sia tanto più urgente per i conigli e le quaglie, animali non protetti da alcuna normativa specie–specifica europea o nazionale. 

Animali stipati in spazi piccolissimi, come ha ricordato Claudio Pomo, responsabile Sviluppo di Essere Animali, illustrando le scioccanti immagini raccolte dalla sua organizzazione in allevamenti delle due specie in questione. Mentre Marcello Volanti, medico veterinario che si occupa di allevamenti biologici, biodinamici ed estensivi, ha ricordato che «Questi animali vivono in uno stato di permanente sofferenza, che non comprendono ma sopportano per grande capacità di adattamento. Lo stare in gabbia comporta all’animale una serie di gravi problemi fisici e psicologici». 

Durante il convegno è stato presentato anche il report “Valutazione dell’impatto economico dell’eliminazione delle gabbie negli allevamenti di conigli da ingrasso e quaglie”, realizzato dal CRPA – Centro Ricerche Produzioni Animali per conto di CIWF Italia, Essere Animali e HSI/Europe, che analizza in dettaglio i costi di passaggio a sistemi cage–free per conigli da ingrasso e quaglie, sia ovaiole che allevate per la loro carne, in Italia. 

Per i conigli — affermano le associazioni — le gabbie bicellulari non danno alcuna garanzia in termini di benessere animale. Possono essere sostituite dai sistemi park, ovvero recinti sopraelevati e privi di copertura, in cui gli animali sono in grado di esprimere alcuni dei loro comportamenti naturali più elementari, come saltare e nascondersi. Mentre per le quaglie, le gabbie in cui sono stipate decine di animali, possono essere sostituite da sistemi “free–to–fly”. 

Nelle 4 regioni che allevano l’80% dei conigli da ingrasso (Veneto, Piemonte, Lombardia e Friuli Venezia–Giulia) il costo totale di investimento per effettuare la dismissione delle gabbie ammonterebbe a circa € 150 milioni. Per le quaglie invece, su base nazionale, il costo sarebbe pari a € 1,7 milioni per le quaglie produttrici di uova, € 810.000 per quelle allevate per la loro carne. 

«Con questi sistemi è possibile migliorare la qualità di vita dei soggetti allevati, — ha dichiarato Alessandro Gastaldo, ricercatore del CRPA — in particolare dai punti di vista della socializzazione, della libertà di movimento e della maggiore stimolazione sensoriale, con possibilità per gli animali di assumere comportamenti più consoni all’indole specifica, con forte riduzione dei comportamenti anomali (stereotipie motorie)». 

«I costi di questa riconversione — spiega — sono risultati pari a € 29–53 per posto coniglio da ingrasso e a € 5,45 e 2,63 rispettivamente per quaglie ovaiole e da ingrasso». 

L’APPELLO 

A nome di tutta la coalizione italiana End The Cage Age, Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali e HSI/Europe hanno rinnovato l’appello al Governo italiano a dare il proprio fondamentale contributo, sia sostenendo il divieto legislativo delle gabbie a livello europeo sia avviando, tramite politiche economiche mirate, la transizione cage–free anche in ambito nazionale. 

«Lo studio del CRPA ha mostrato fattibilità e costi. Non ci sono scuse. Bisogna solo volerlo. Chiediamo al Governo di investire nella transizione cage–free senza indugi», hanno detto le associazioni. 

A questo link è possibile firmare la petizione https://animalequality.it/agisci/italia-contro-le-gabbie

Francesca Marras 

fonte: helpconsumatori.it

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